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Gaffe del Salone del Libro di Torino: «invito speciale» per Altaforte. Ma era «una e-mail automatica»

23 Gennaio 2020 - 14:52 Redazione
Altaforte, esclusa dall'edizione dello scorso anno dopo le polemiche, aveva accettato l'invito. Ma il Salone ha specificato che «non intende sottoscrivere alcun contratto con la società»

Ancora incomprensioni tra la casa editrice Altaforte e il Salone Internazionale del Libro di Torino. La casa editrice, vicina al movimento di estrema destra CasaPound, ha ricevuto un invito all’edizione 2020 via e-mail. Ma gli organizzatori, contattati da Open, hanno ammesso poco dopo che si è trattato di un’email commerciale automatica.

L’invito

«Caro editore ti abbiamo riservato uno spazio speciale al salone internazionale SalTo Nuovi Editori», si legge nell’e-mail. La notizia era stata data da Il Primato Nazionale, vicino a CasaPound, che riporta uno screen dell’invito. «Ogni editore – continua la mail – per noi è importante con il suo lavoro arricchisce varietà titoli garantendo bibliodiversità, aiuta a preservare la pluralità e diffusione delle idee».

Fonte: Il Primato Nazionale | Lettera spedita dal Salone Internazionale del Libro di Torino alla casa editrice Altaforte

Altaforte è diventata famosa dopo aver pubblicato il libro Io sono Matteo Salvini, intervista allo specchio. La sua partecipazione all’edizione 2019 del festival letterario era stata accolta da critiche e svariati ospiti avevano annunciato il forfait. Dopo le polemiche, alle quali era seguita la presa di posizione della Città di Torino e della Regione Piemonte, gli organizzatori l’avevano esclusa dagli stand. A giugno, poi, Altaforte aveva deciso di procedere contro il Salone del Libro per risarcimento danni.

La replica del Salone del Libro di Torino: «Nessun contratto sottoscritto»

Il Salone del Libro ha però messo le mani avanti, definendo l’invito una «comunicazione commerciale automatizzata» e che «non intende sottoscrivere alcun contratto con le suddette società». «In realtà si tratta di una comunicazione commerciale automatizzata, partita dall’AIE, Associazione Italiani Editori, per un’iniziativa congiunta, destinata a un database contenente i contatti di tutti coloro che hanno richiesto un codice ISBN negli ultimi due anni».

«Tra questi è stata indirizzata anche alla casa editrice SCA2080 srl con sede a Roma, che a quanto pare, risulta collegata al marchio Altaforte. Il Salone del Libro ribadisce che i contratti sono da perfezionare per volontà delle due parti e, visto il pregresso avvenuto nel 2019, non intende sottoscrivere alcun contratto con le suddette società».

Le dichiarazioni di Polacchi prima della smentita

Francesco Polacchi, a capo della casa editrice, aveva dichiarato la sua intenzione di partecipare al festival «nonostante le polemiche politiche che quasi sicuramente si solleveranno». «Riteniamo che avere uno spazio sia un nostro diritto», ha continuato. «Ma ci tengo a precisare che la causa di risarcimento per il danno di immagine subito l’anno scorso andrà avanti».

«Mi auguro che i toni non saranno quelli dell’anno scorso», ha detto ancora. «Le affronteremo con l’ironia che ci contraddistingue. Altaforte è una casa editrice che coinvolge i propri lettori anche con forti battaglie di opinione. Per questo in caso di nuove censure non potremo far altro che continuare a combattere in nome della libertà di espressione».

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