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Star Trek Picard promette di restituire profondità alla serie. Soddisferà le aspettative?

23 Gennaio 2020 - 14:59 Juanne Pili
Il 23 gennaio debutta su Amazon Prime video la nuova serie "Star Trek Picard": tanta carne al fuoco, per neofiti e vecchi fan

La storia riprende 20 anni dopo le vicende di Star Trek Nemesis. L’ammiraglio non più in servizio Jean-Luc Picard (Patrick Stewart) è segnato dalla scomparsa dell’androide Data (Brent Spiner). Lo rivede nei suoi sogni, mentre giocano a poker a bordo della Enterprise D. Il poker è un gioco che vediamo spesso nella serie The Next Generation (Tng). Proprio l’ultima stagione si chiude con una partita tra i principali protagonisti.

Dobbiamo tener conto anche della una nuova continuity, inaugurata da J. J. Abrams, con la trilogia che riscrive le vicende della Serie classica. Così nell’universo narrativo di Picard, il pianeta Romulus non esiste più, per via di Spock, che creò accidentalmente un paradosso temporale. Lo sapevamo già, grazie a una indiscrezione del creatore della nuova serie, Alex Kurtzman.

Amazon Prime | Alcuni personaggi di Star Trek Picard

Amazon si contende il franchise con Netflix

Sappiamo anche di un accordo quinquennale di Kurtzman con la Cbs per produrre il nuovo franchise di Star Trek, come produttore esecutivo assieme a Stewart. Questo dovrebbe rassicurare i fan riguardo ad altre “derive narrative”, rispetto allo spirito del vecchio franchise, frutto del genio visionario del creatore, Gene Roddenberry. 

Amazon Prime si è aggiudicata i diritti di trasmettere gli episodi entro 24 ore dopo la messa in onda negli Stati Uniti, contendendosi il franchise con Netflix, che invece continuerà a trasmettere i nuovi episodi di Star Trek Discovery.

Hanelle Culpepper è la regista dei primi due episodi (Remembrance e Maps and legends). Jonathan Frakes (interprete di William T. Riker promosso capitano in Nemesis) dovrebbe guidare la regia dei successivi due episodi (al momento ci è noto solo il titolo del terzo episodio: The end is the beginning).

Amazon ha concesso a Open la visione dei primi due episodi, i quali in pratica sono l’introduzione della serie.

SPOILER ALERT

Cercheremo di spoilerare il meno possibile. Ad ogni modo, non sappiamo come si svilupperà l’intera stagione, quindi non dovrebbero esserci rischi

Si comincia in grande, ma la serie manterrà tutte le promesse?

Abbiamo tutto quel che serve per conquistare anche l’entusiasmo dei vecchi fan: l’operazione nostalgia c’è, innaffiata da abbondanti dosi di tè earl grey, e ci sono anche le bubbole scientifiche e le gag con gli androidi, che falliscono nel tentativo di sembrare umani.

Le prime due puntate si svolgono sulla Terra, ma Picard è determinato a rimediare una navetta per tornare nello Spazio. Il ricordo di Data lo perseguita sempre, arrivando anche nei suoi sogni, ma qualcosa di lui forse è rimasto, e non è una buona notizia. 

Qualcuno infatti vuole usare la sua tecnologia, minacciando una faticosa pace raggiunta coi romulani, a oltre vent’anni dall’ultima minaccia dei Borg: esseri cibernetici guidati da un’unica mente collettiva, con lo scopo di assimilare a sé tutte le forme di vita senzienti, come fossero “zombie bio-tecnologici”.

Quindi il resto della serie non si svolgerà solo sulla Terra? Il resto dell’equipaggio giocherà un ruolo?

Sappiamo del ritorno nelle scene di alcuni dei vecchi attori di Tng, quindi anche se non si vedono nelle prime puntate, in qualche modo queste aspettative verranno esaudite. Inoltre questa serie promette di saper dosare con cura l’azione e la riflessione – come eravamo rimasti 20 anni fa.

Amazon Prime | Il ritorno di Brent Spiner nei panni di Data

Alte aspettative: ridare profondità alla vecchia Serie

L’ultima trilogia cinematografica e la tanto odiata new continuity di J. J. Abrams – così come la serie Discovery – hanno deluso i fan più incalliti, come il giornalista Paolo Attivissimo, che riguardo agli episodi su Netflix lamentò come Star Trek sembrasse aver lasciato la riflessione a Black Mirror, per darsi solo all’azione a tutti i costi: veloce, senza alcun contenuto. Indegno di una serie di fantascienza che ha anticipato i tempi.

Star Trek ha saputo ispirare negli anni tanto la tecnologia (si pensi all’uso dei Pad e della realtà virtuale), quanto la filosofia: dalla bioetica (fin dagli episodi della Serie classica dedicati al primo capitano dell’Enterprise, Christopher Pike), all’Intelligenza artificiale (Data, V’Ger, il Medico olografico d’emergenza).

Un altro nodo da sciogliere è Data. Lo rivedremo a fianco di Picard o resterà intrappolato nei suoi sogni nostalgici? A noi basterebbe che le puntate successive siano all’altezza delle promesse fatte nelle prime due puntate. Non sarà facile, la carne al fuoco è tanta. La sfida resta quella di creare uno Star Trek che sappia aver presa sulle nuove generazioni, senza scontentare le vecchie. 

Difficile certo, ma non impossibile, specialmente se il protagonista è un grande attore shakespeariano come Stewart e se a interpretare il ruolo di Data c’è sempre Brent Spiner. 

Lo spettro di Data e dei Borg

Si parte subito in grande con un’immagine della Enterprise D nello Spazio, il modello delle imprese più avvincenti dell’equipaggio di Jean Luc Picard. Si comincia da una partita a poker che Picard gioca col pokerista più duro di sempre: Data. Ma è solo un sogno.

Picard si sveglia sulla Terra nella sua casa di campagna, in mezzo ai vigneti di famiglia. È invecchiato. Ha un cane che chiama “Numero uno” (appellativo in uso nella marina anglosassone per definire il Primo ufficiale).

La sua tranquilità da ammiraglio fuori servizio verrà però presto rotta da una androide (o forse dovremmo dire “ginoide”?), che scoprirà presto essere la «figlia di Data», sì perché un oscuro personaggio sarebbe riuscito a trovare il modo – a partire da un solo circuito neurale di Data – di produrre altri “esseri umani” sintetici. 

In realtà vengono ancora utilizzati androidi, sia materialmente che sotto forma olografica, come quello impiegato negli archivi della Flotta stellare a San Francisco, che assiste Picard nelle sue ricerche. Si tratta però di “sintetici” (questo è il termine usato in lingua originale) che non sono dotati di coscienza. Una scelta presa dopo l’ultima minaccia dei Borg (Star Trek Primo contatto): si teme una loro ribellione.

Nel tentativo di aiutare la ginoide a scoprire il suo reale passato, Picard si trova in una scena d’azione, dopo vent’anni. La prima preoccupazione – quando si vede un attore ormai in là con gli anni – è che la sua interpretazione risulti credibile, non un grottesco tentativo di “fare il giovane”, come si è visto in altri modi nell’ultimo film di Martin Scorsese (The Irishman).

Invece no. A un certo punto Picard arranca, non ce la fa a correre come la ginoide, mentre un commando di Romulani li attacca. La scena è credibile, senza rinunciare all’azione.

Amazon Prime | I Borg sono un collettivo bio-tecnologico guidato da un’unica mente, il loro principale obiettivo è quello di assimilare a sé tutte le forme di vita senzienti.

Il misterioso Cubo Borg

Esiste anche una copia della ginoide da qualche parte. Picard lo scopre grazie all’aiuto di un nuovo personaggio, la dottoressa Agnes Jurati (Alison Pill). Il vecchio ammiraglio non può saperlo, ma a noi è concesso fare un salto nello Spazio, per vedere le rovine di quello che sembra essere l’ultimo Cubo Borg (immensa astronave cubica dei Borg) ad aver minacciato l’umanità.

Qui troviamo la gemella misteriosa, intenta assieme ad altri androidi e membri dell’esercito Romulano, ad analizzare alcune spoglie inanimate dei Borg. A contorno di tutto questo potrebbe esserci una più ampia cospirazione, che coinvolgerebbe una leggendaria unità della polizia segreta Romulana, nonché alcuni ufficiali della Flotta stellare.

Non ci resta che attendere l’ingresso in scena del resto del vecchio equipaggio, sperando che gli attori non vengano utilizzati per fare dei meri cameo, ma siano invece parte attiva. Ne va dell’umore di parecchi fan – i produttori della Cbs non vogliono deluderli, vero?

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