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Si chiama sfruttamento. Il caso del “volontariato qualificato” (e gratuito) per praticanti avvocati

24 Gennaio 2020 - 19:29 OPEN
Possono “il disagio dell’Avvocatura e dell’utenza per conclamate criticità più volte denunziate” - così si legge nel bando - giustificare un simile svilimento di anni di studi e sacrifici? Sarebbe mai stato possibile per i giovani praticanti della generazione dei nostri genitori?

“Attività di volontariato presso l’ufficio del giudice di pace di Nocera Inferiore riservata ai praticanti avvocati”. Così si legge nel titolo del bando pubblicato ieri sul sito del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nocera Inferiore, in Campania, dove “conclamate criticità” hanno indotto il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati a sottoscrivere un Protocollo di intesa con la Presidenza del Tribunale per cercare praticanti avvocati che – volontariamente e a titolo gratuito – forniscano supporto alle diverse cancellerie dell’Ufficio del Giudice di Pace.

Insomma, tra le “50 sfumature di sfruttamento” dei più giovani, da oggi si aggiunge anche il cosiddetto “volontariato qualificato”, cui si può accedere solo se muniti di laurea magistrale in Giurisprudenza e regolarmente iscritti all’Albo dei praticanti. Della serie: non è mica una posizione alla portata di tutti, occorre aver studiato – e molto. 

Uno stralcio del bando pubblicato ieri sul sito del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nocera Inferiore

L’ambita posizione, della durata massima di sei mesi, consiste nella pubblicazione e nella comunicazione delle sentenze depositate dai Giudici, nell’accettazione delle richieste di copia delle sentenze e di “altre attività”. In altre parole, è totalmente assente qualsivoglia progetto formativo, che quantomeno renderebbe l’attività svolta simile ad un tirocinio.

La domanda che sorge spontanea, dunque, è perché sia necessario essere “volontari qualificati” – ovvero con laurea magistrale alle spalle, nonché praticanti avvocati – per svolgere un’attività che nulla ha a che fare con la professione forense.

Possono “il disagio dell’Avvocatura e dell’utenza per conclamate criticità più volte denunziate” – così si legge nel bando – giustificare un simile svilimento di anni di studi e sacrifici? Sarebbe mai stato possibile per i giovani praticanti della generazione dei nostri genitori? Abbiamo seri dubbi a riguardo.

Per ora ad interessarsi del caso è stata solo l’Associazione CoGiTa – Coordinamento Giovani Giuristi, che ha portato il bando alla nostra attenzione, aggiungendo in calce alla mail un invito che vi riportiamo: “Cari colleghi del Foro di Nocera Inferiore, vi invitiamo a fornirci dei feedback e a raccontarci le vostre esperienze.”

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