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«Si fa tanto parlare di citofoni», la disinformazione sul post virale della citofonata di Salvini alla famiglia italo-tunisina

24 Gennaio 2020 - 16:42 David Puente
Un testo con 6 presunti fatti sulla vicenda. Ecco la verifica, uno per uno, con tutto ciò che sappiamo

Circola dal 23 gennaio 2020 un post Facebook copia incollato da diversi utenti in cui vengono riportati 6 presunti fatti sulla vicenda della citofonata di Matteo Salvini alla famiglia italo-tunisina a Bologna.

Il post pubblico più «vecchio» riscontrato al momento

Condiviso prevalentemente da utenti, non si ha con chiarezza l’origine. Il post pubblico più «vecchio» riscontrato al momento è quello dell’utente Bruno del 23 gennaio 2020 alle ore 10:44, ma circola anche uno screenshot del post di una signora di cui non possiamo ottenere l’orario preciso essendo stato pubblicato in privato nel suo profilo.

La versione di Anna Rita Biagini

In tutta questa vicenda ci sono due forti narrazioni: da una parte quella proveniente dalla signora Anna Rita Biagini che Salvini aveva incontrato nel quartiere Pilastro di Bologna, la quale dichiara di avere diverse prove a suo favore, dall’altra quella della famiglia italo-tunisina e del ragazzo intervistato il 22 gennaio da Fanpage. Bisogna specificarlo che è una famiglia italo-tunisina siccome il padre è tunisino, la madre è italiana e i figli sono di fatto italiani.

Intervistata telefonicamente il 22 gennaio 2020 da Giuseppe Cruciani e David Parenzo a La Zanzara su Radio24, la signora Biagini dichiara di avere tutte le prove per dimostrare che in quella famiglia qualcuno spaccia:

Durante l’intervista ha accusato la famiglia italo-tunisina di spacciare droga e di aver ricevuto minacce di morte da loro e da amici degli stessi. Le prove? Sostiene di avere tutto e che ci sarebbero numerose denunce nei loro confronti. Dichiarazioni che confermerebbero quanto riportato da La Stampa in un’intervista pubblicata oggi, 23 gennaio 2020:

«Martedì ho ricevuto una telefonata del maresciallo dei carabinieri che mi ha detto che sarei stata avvisata del suo arrivo da un collaboratore di Salvini. Si fidava ciecamente di me perché sapeva che ho tutto in mano sulla situazione dello spaccio in quartiere, foto e prove».

Nell’articolo di Fanpage si sostiene che la signora Anna Rita Biagini abbia consegnato a Salvini un dossier con alcune foto sullo spaccio al Pilastro, il suo quartiere. Ora la signora, stando alle notizie recenti, dovrebbe essere denunciata dalla famiglia accusata di spaccio e dovremmo attendere per avere una risposta definitiva in merito.

I 6 punti da chiarire

Ecco il testo che circola online:

Tanto per chiarire:
Si fa tanto parlare di citofoni.
Val la pena chiarire alcune cose:
1) il citofonato è stato arrestato 6 volte e segnalato 13, per spaccio, anche d’eroina (reati da lui stesso ammessi).
2) Il fratello si è fatto 7 anni per rapina,spaccio, lesioni.
3) La signora italiana che accompagnava Salvini, ha un figlio, morto per overdose.
4) La signora è stata minacciata di stupro e di morte.
5) Dopo l’incontro con Salvini hanno sfasciato il parabrezza dell’auto della signora a sassate.
6) Il palazzo intero è occupato abusivamente da 30 magrebini .
Continuate pure a fare dell’ironia…

Uno dei post con lo screenshot della pubblicazione privata dell’utente Laura.

1- «Arrestato 6 volte e segnalato 13»

Al primo punto leggiamo che «il citofonato è stato arrestato 6 volte e segnalato 13, per spaccio, anche d’eroina (reati da lui stesso ammessi)». Chi ha risposto al citofono era il padre della famiglia, di cui non si hanno informazioni su eventuali precedenti contrariamente a uno dei due figli. Leggendo il secondo punto si potrebbe pensare che la frase abbia come soggetto uno dei figli che a Fanpage raccontano la sua versione:

Io non faccio queste cose, cioè mio padre lavora a me non manca niente, cosa devo… sono minorenne, vado a scuola, faccio la vita normale di tutti gli studenti.

2- «Il fratello si è fatto 7 anni»

Uno dei due figli della famiglia italo-tunisina, che non abita più in zona da anni, ha dei precedenti. Intervistato da Fanpage spiega la sua situazione:

Ragazzo: «Mio padre si spacca il culo, vai a vedere adesso vai in casa e vedi i vestiti di Bartolini. Io sono pieno di precedenti»

Fanpage: «Però adesso?»

Ragazzo: «Adesso sto facendo il bravo»

Il giornalista di Fanpage domanda al giovane se spaccia o non spaccia, ecco le risposte:

Fanpage: «Spacci o non spacci?»

Ragazzo: «Non spaccio io adesso»

Fanpage: «In passato si»

Ragazzo: «Ho fatto di tutto e di più»

Infine parla degli anni di galera e della sua situazione attuale:

Ragazzo: «Ho fatto tanti anni di galera e c’ho anche i definitivi che mi devono arrivare»

Fanpage: «Però adesso tu non fai più niente»

Ragazzo: «Non faccio più niente»

Fanpage: «Adesso lavori»

Ragazzo: «Si»

Nell’intervista uno dei figli della famiglia italo-tunisina ammette di avere dei precedenti, di essere stato «tanti anni» in carcere senza riportare il periodo esatto, di aver spacciato e di aver «fatto di tutto». Non ci è dato sapere al momento a cosa sono dovuti gli anni di detenzione e quali sarebbero i «definitivi» che dovrebbero arrivargli.

3- Il figlio di Anna Rita «morto per overdose»

Che cos’è l’overdose? Si utilizza comunemente questo termine per parlare di una persona tossicodipendente che assume una dose eccessiva di sostanze stupefacenti. Di fatto l’overdose può avvenire per tutti i casi in cui una persona somministra un dosaggio eccessivo di un qualsiasi farmaco.

In un articolo del 22 gennaio 2020 pubblicato da Fanpage vengono riportate alcune citazioni attribuite ad Anna Rita Biagini, questa in particolare dove parla del defunto figlio:

La signora Biagini è infatti da tempo attiva nel quartiere per segnalare alle forze dell’ordine, insieme ad altri residenti della zona, situazioni di spaccio e malaffare. “Ho già fatto chiudere un bar qui vicino per stupefacenti” sottolinea la donna. Ha cominciato la sua battaglia dopo la morte di suo figlio, circa 13 anni fa. “Era purtroppo tossicodipendente e malato di Sla, si è suicidato con una overdose quando aveva trentanni”. Da quel momento sarebbe arrivata ad instaurare un rapporto diretto con alcuni agenti di polizia e carabinieri, inimicandosi alcuni vicini.

Secondo quanto riportato da Fanpage il figlio della signora sarebbe stato un tossicodipendente e che si sarebbe suicidato per overdose. Anche Il Corriere della Sera riporta delle citazioni della signora:

«Mio figlio è morto di overdose a trent’anni, per questo combatto lo spaccio – racconta la signora –. In realtà lui era malato di Sla e purtroppo era tossicodipendente. Quando le suoi condizioni erano pevauggiorate tanto da ridurlo su una sedia rotelle ha deciso di farla finita e lo ha fatto nel modo che conosceva, facendosi una dose letale».

La signora, in risposta ai commenti sul suo profilo Facebook il 22 gennaio 2020, risponde con durezza e cercando di spaventare chi parla di suo figlio e la droga:

Anna: «Anna Rita Biagini se suo figlio è morto x droga , si chieda il perché! E si faccia un esame di coscienza»

Anna Rita Biagini: «Anna ****** bastardata mio figlio aveva la SLA. Vergognati tu merda prida di scrivere e informati. Preparati il telefono è già sotto controllo»

Bisogna forse fare attenzione perché qua si parla di due cose, la SLA e di stupefacenti. Non è un caso, infatti la cannabis viene usata per alleviare le sofferenze dei malati di Sla e sclerosi multipla, come riportato in un precedente articolo di Open sul tema:

Per i pazienti affetti da Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) e Sclerosi multipla (Sm) la cannabis può avere delle funzioni lenitive di alcuni sintomi.

La signora Anna Rita Biagini potrebbe aver definito «tossicodipendente» durante le interviste rilasciate perché il figlio, malato di SLA, potrebbe aver fatto uso della cannabis a fini lenitivi. Non è chiaro cosa abbia usato come dose letale, difficilmente per overdose di marijuana visto quanto riportato dalla Dea, l’agenzia federale antidroga degli Stati Uniti d’America:

In layman terms this means that in order to induce death a marijuana smoker would have to consume 20,000 to 40,000 times as much marijuana as is contained in onemarijuana cigarette. NIDA-supplied marijuana cigarettes weigh approximately .9 grams. A smoker would theoretically have to consume nearly 1,500 pounds of marijuana within about fifteen minutes to induce a lethal response.

Tradotto in poche parole, un fumatore di marijuana dovrebbe fumare circa 680 kg in 15 minuti per ottenere un effetto letale. Detto questo, la signora Anna Rita Biagini non ha specificato quale stupefacente avrebbe usato il figlio per porre fine alla sua vita.

4- «La signora è stata minacciata di stupro e di morte»

La signora Anna Rita Biagini sostiene di essere stata minacciata di morte, stesso discorso per il suo cane a quanto racconta durante le interviste. Per quel motivo la signora circola con una pistola ad aria compressa, come da lei stesso ha ammesso.

5- «Hanno sfasciato il parabrezza dell’auto della signora a sassate»

L’auto, una utilitaria Chevrolet Matiz verde in uso dalla signora Anna Rita Biagini, è stata vandalizzata da ignoti a colpi di mattone. Sono stati danneggiati il parabrezza e rotti i finestrini laterali.

L’opera al momento rimane a carico di ignoti, non si sa dunque il nome dell’autore. Bisogna fare attenzione a non interpretare attraverso il testo che circola su Facebook e quindi dare le colpe ai due ragazzi della famiglia italo-tunisina.

6- «Il palazzo intero è occupato abusivamente da 30 magrebini»

Non si conosce la fonte di tale informazione. Di fatto la signora Anna Rita Biagini mentre parlava con Matteo Salvini non ha parlato di abitazioni occupate o di abusivi. Infatti alla domanda del leader leghista «È occupante abusivo» la signora risponde un sicuro «No!». Cercando riscontri online troviamo diversi articoli di cronaca locale dove si parla di abitazioni occupate abusivamente nella zona di Pilastro, ma nessuno cita quello di via Grazia Deledda:

  • Controllo anti-abusivi nelle case Acer al Pilastro: vigili aggrediti (Bolognaindiretta.it, 11 maggio 2019);
  • Bologna, sgomberate due case occupate abusivamente (Il Resto del Carlino, 18 settembre 2018);
  • Bologna, inquilini sgomberano abusivi da una casa Acer (Il Resto del Carlino, 20 settembre 2017).

In un video pubblicato il 23 gennaio 2020 l’assessore bolognese Matteo Lepore (assessore cultura, promozione della città, sport, immaginazione civica e patrimonio) dichiara che nel quartiere Pilastro «non ci sono case occupate».

Il momento del video dove l’assessore Matteo Lepore dichiara che non ci sono case occupate nel quartiere di Pilastro a Bologna.

Contattato telefonicamente, porgo alcune domande all’assessore per capire la situazione confrontandoci sulle notizie di cronaca degli anni precedenti. Matteo Lepore spiega che attualmente non si riscontrano abitazioni occupate sia nel pubblico che nel privato nella zona di Pilastro, inoltre per i casi riscontrati in passato c’è stato un pronto intervento delle amministrazioni e delle forze dell’ordine a seguito delle segnalazioni ricevute.

Fatto curioso

Nel gruppo Facebook dove la signora Anna Rita Biagini cercava di ottenere l’attenzione di Matteo Salvini è stato condiviso lo stesso testo.

Attendiamo eventuali sviluppi al suo interno, magari con un eventuale intervento da parte della signora bolognese.

Conclusioni

Si tratta di un testo, quello che circola in rete con i 6 punti, che in gran parte non ottiene piene conferme e risulta fornire all’utenza una distorsione sui fatti della vicenda, un vero atto di fatto di disinformazione.

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