Coronavirus, negativi i casi sospetti nelle Marche. Il ministero della Salute pubblica tutto quello che c’è da sapere sul virus
Non è coronavirus. Due erano i casi sospetti nelle Marche, e ora arriva la conferma che non si tratta del virus che viene dalla Cina. «Negativo il risultato dei test di laboratorio eseguiti dall’Istituto Superiore di Sanità in relazione a uno dei due casi, a Macerata, di persone recentemente rientrate dalla Cina che negli scorsi giorni hanno manifestato sintomi respiratori». A dirlo è la Regione Marche in una nota, a proposito degli esiti arrivati nel pomeriggio.
«Sebbene in entrambi i casi le valutazioni effettuate avessero già permesso di escludere che si potesse parlare di casi sospetti di nuovo coronavirus, una delle due situazioni è stata comunque valutata meritevole di approfondimenti diagnostici», si legge. E la direzione medica di Presidio dell’Ospedale di Macerata e gli specialisti che hanno seguito il caso «hanno provveduto all’invio di un campione clinico a Roma».
In meno di 24 ore «il Laboratorio di riferimento nazionale dell’Iss ha comunicato l’esito negativo degli esami effettuati. Dunque è confermato – che al momento non vi siano né casi sospetti, né tantomeno casi confermati di nuovo Coronavirus nelle Marche».
L’identikit del virus del ministero della Salute
A delineare un dettagliato identikit – Tutto quello che c’è da sapere sul coronovirus 2019-nCoV, comparso nella città cinese di Whuan – è il ministero della Salute sul suo sito, rispondendo a 17 domande.
Prima di tutto che cos’è? «I coronavirus – è spiegato – sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la sindrome respiratoria acuta grave (SARS)».
E un nuovo coronavirus, spiega l’informativa realizzata dalla Direzione Generale della prevenzione sanitaria secondo quanto riporta l’Ansa, «è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell’uomo».
Indagini dettagliate, spiega il ministero,«hanno scoperto che, in Cina nel 2002, SARS-CoV è stato trasmesso dagli zibetti (piccoli mammiferi simili a manguste, ndr.) agli uomini e, in Arabia Saudita nel 2012, MERS-CoV dai dromedari agli uomini. Numerosi coronavirus noti circolano in animali che non hanno ancora infettato esseri umani. Man mano che la sorveglianza migliora in tutto il mondo, è probabile che vengano identificati più coronavirus».
I sintomi più comuni – spiega ancora il ministero – «includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Nei casi più gravi, l’infezione può causare polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale e persino la morte».
E alla domanda se può essere trasmesso da persona a persona, il ministero risponde di sì, «di solito dopo un contatto stretto con un paziente infetto, ad esempio tra familiari o in ambiente sanitario». Quanto all’esistenza di un vaccino, questo «ancora non esiste» e per svilupparne uno «possono essere necessari anche anni».
Le raccomandazioni del ministero
Tra le raccomandazioni per ridurre la trasmissione delle malattie respiratorie: il mantenimento dell’igiene delle mani, che vanno lavate spesso con acqua e sapone o con soluzioni alcoliche, e delle vie respiratorie (starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso, utilizzare una mascherina e gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l’uso e lavare le mani).
Ma bisogna anche adottare, avverte il ministero, pratiche alimentari sicure: «evitare carne cruda o poco cotta, frutta o verdura non lavate e le bevande non imbottigliate», ed evitare il contatto ravvicinato, «quando possibile, con chiunque mostri sintomi di malattie respiratorie come tosse e starnuti».
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