I Paesi Bassi si scusano con gli ebrei per il ruolo del governo durante la seconda guerra mondiale
«Mi scuso a nome del governo per le azioni del governo di allora, ora che gli ultimi sopravvissuti sono ancora tra noi». A dirlo è il primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte, a margine della cerimonia commemorativa delle vittime dell’Olocausto ad Amsterdam.
«Dobbiamo riconoscere a pieno ciò che è accaduto all’epoca», ha detto Rutte, parlando al memoriale di Nooit meer Auschwitz nel parco di Wertheim ad Amsterdam.
«Quando un gruppo di connazionali venne messo da parte, escluso e disumanizzato sotto un regime omicida, il nostro Paese ha fallito», ha proseguito il primo ministro. Nei Paesi Bassi, prima della Shoah, erano presenti 140mila ebrei: 102mila persone non sopravvissero.
«Spetta a noi, alle generazioni del dopoguerra, continuare a commemorare e a onorare i morti», ha chiosato infine Rutte. Le scuse di Rutte sono state accolte dalla comunità ebraica, malgrado lo stesso primo ministro, nel 2012, avesse affermato che non vedeva il motivo per cui il governo olandese avrebbe dovuto scusarsi per quanto fatto nei confronti degli ebrei durante la seconda guerra mondiale.
EPA / Evert Elzinga | Il primo ministro olandese Mark Rutte (a destra) abbraccia Jacques Grishaver presidente del Dutch Auschwitz Committee, 26 gennaio 2020
Leggi anche:
- Le ferrovie olandesi risarciranno i superstiti dell’Olocausto
- Strasburgo, la sentenza: «Negare l’Olocausto non è libertà di espressione». Respinto ricorso di un politico tedesco
- Antisemitismo, un problema non solo italiano: la vera emergenza è l’Europa
- Il Vaticano apre gli archivi di Pio XII: «Aiutò gli ebrei». Il Rabbino di Roma: «Non fermò il treno con mille deportati»