La chiave del successo del Pd in Emilia-Romagna: gli elettori del M5S hanno scelto Bonaccini
Come anticipato dalle proiezione e dagli exit poll, il Partito Democratico è riuscito a ottenere un risultato che alla vigilia di queste ultime consultazioni regionali in Emilia-Romagna non sembrava affatto scontato: ribaltare la vittoria storica della Lega alle ultime europee del maggio scorso quando il Carroccio si impose sulla coalizione di centrosinistra con 7 punti di distacco.
Anche se alla vigilia i candidati Bonaccini e Borgonzoni erano dati appaiati, il centrosinistra ha ottenuto la maggioranza assoluta, 51,42%, mentre l’alfiere di Matteo Salvini si è fermata al 43,63%. Secondo l’analisi realizzata dall’Istituto Cattaneo, che ha studiato i flussi elettorali fra le europee 2019 e queste regionali 2020, la chiave del successo di Bonaccini in Emilia-Romagna si spiegherebbe in un’evidenza: «Gli elettori del M5S si sono spostati in blocco, votando per il Pd e per Bonaccini».
«L’analisi che abbiamo condotto su 4 città (Forlì, Ferrara, Parma, Ravenna) mette in rilievo il ruolo determinante dei cinquestelle sull’esito del voto – scrivono Marta Regalia, Marco Valbruzzi e Salvatore Vassallo – I due candidati hanno fatto quasi il pieno dei rispettivi elettorati, quindi le scelte degli elettori delle terze forze – in particolar modo del M5s – si sono rivelate decisive».
Spiegano gli analisti: «Come mostra il Grafico 1, molti elettori pentastellati (il 71,5% a Forlì, il 62,7% a Parma, il 48,1% a Ferrara) hanno scelto la candidatura di Bonaccini e solo una minoranza ha deciso di optare per il candidato del M5s (Simone Benini) o per il centrodestra di Borgonzoni. Nello specifico, gli elettori del M5s alle Europee 2019 che hanno scelto Benini sono stati il 23,4% a Ferrara, il 16,6% a Parma, il 12,6% a Forlì».
«L’espansione elettorale dell’area di centrosinistra guidata da Bonaccini – si legge ancora nel documento – è dovuta dunque alla maggiore capacità di attrazione degli elettori pentastellati, che di fronte all’alternativa tra destra e sinistra hanno optato in modo netto per lo schieramento del presidente regionale uscente.»
Gli altri due grafici pubblicati dall’Istituto mostrano come sia all’interno del centrodestra che nel campo del centrosinistra la fedeltà degli elettori (rispetto alle europee di otto mesi fa) sia stata di gran lunga maggiore paragonata a quella dei sostenitori del M5S.
Non va sottovalutato il vento soffiato da sinistra sulle vele di Bonaccini: «Oltre a questo fattore (il più rilevante come peso negli scambi elettorali osservati in questa tornata) – si legge ancora nello studio – va evidenziata anche la capacità di Bonaccini di conquistare voti tra gli elettori delle liste di “sinistra”. Nel caso di Ferrara, ad esempio, il 61,4% di chi nel 2019 aveva votato per un partito a sinistra del PD ha scelto Bonaccini, e in misura superiore lo stesso fenomeno si è osservato anche a Forlì (71,4%)».
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