Elezioni Regionali, il sollievo di Conte: «Altro che avviso di sfratto al governo: è la parabola discendente della Lega»
«Permettetemi di complimentarmi con Stefano Bonaccini e di fare gli auguri di buon lavoro anche Jole Santelli. Queste comunità hanno bisogno di risposte, a entrambi formulo i migliori auspici perché tali risposte arrivino efficaci». Esordisce così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel day after le elezioni regionali 2020 in Emilia Romagna e in Calabria. L’avviso di sfratto che il centrodestra – con Matteo Salvini ma anche con le parole di Giorgia Meloni – aveva anticipato al governo è, per il momento, quanto meno da rimandare.
Il risultato portato a casa dal M5s? Non porta alcuna instabilità nel governo, assicura Conte. «Il M5s non ha conseguito risultati brillanti, questo è vero, ma consideriamo che il leader Di Maio si è appena dimesso, che il Movimento non si è mai strutturato a livello locale e che fino all’ultimo non si è deciso se partecipare o meno, quindi non dobbiamo essere ingenerosi. Sono arrivati a questo appuntamento in una fase di incertezza e transizione», dice il premier parlando fuori da Palazzo Chigi.
A marzo «si definirà questa fase di transizione. Ho avuto sempre, continuerò ad avere e avrò ancor di più gli amici del M5s pronti a dare un grande contributo per le riforme e tutte le misure urgenti».
L’attacco a Salvini
«Più che uno sfratto al governo, una parabola discendente per la Lega», dice Conte. Parabola che, spiega, vede in atto da mesi. «La Lega non è più il primo partito né in Calabria né in Emilia Romagna», dice Conte. «Visto che si è creata un’altra modalità di fare politica spettacolo durante questa campagna, andare in giro a citofonare, c’era anche chi voleva farlo a Palazzo Chigi. Mi auguro che queste modalità non abbiano più seguito», sottolinea il premier Giuseppe Conte.
«Lo dico adesso dopo la fine della campagna perché non volevo interferire. Non si può andare in giro con i media al seguito ad additare i singoli cittadini, a torto o a ragione non importa, come colpevoli di comportamenti delittuosi. Questo veramente è inaccettabile, mi ricorda pratiche oscurantiste del passato che non possiamo accettare in una società civile. Salvini da ministro dell’Interno aveva una grande responsabilità di perseguire quei reati di cui oggi si lamenta.Sono scorciatoie mediatiche spettacolari che non possiamo accettare », conclude.
«Anche oggi Conte passa il tempo ad attaccarmi», replica Matteo Salvini. «Gli ricordo che deve lavorare per il bene degli italiani, non perché odia qualcuno. Camomilla per Giuseppi!».
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