M5s, Crimi rompe il silenzio: «Alle Regionali risultati inferiori alle aspettative». Paragone: «Il Movimento è morto. Ne fondo uno io»
I risultati delle Regionali in Emilia Romagna e Calabria per il M5s sono stati «inferiori alle aspettative», secondo il capo reggente Vito Crimi, che ha rotto il lunghissimo silenzio da parte dei vertici grillini durato l’intera notte dello spoglio elettorale.
In Emilia Romagna, il candidato grillino Simone Benini non è andato oltre il 3,4%, con i voti di lista leggermente superiori, ma sotto il 5%. In Calabria, dove alle ultime politiche il Movimento aveva sbancato, il candidato civico Francesco Aiello ha ottenuto solo il 7,3%.
Uno scoppolone per il M5s che secondo Crimi «non ci induce ad arrenderci: semmai è vero il contrario. Abbiamo già avviato il lavoro di organizzazione che ci consentirà un maggiore coordinamento». Anzi ora aggiunge Crimi sarà necessario: «restare uniti, non lasciarsi irretire da facili sirene».
«Ogni volta che un risultato elettorale non ci sorride sento partire il solito coro che scandisce all’unisono: il Movimento è finito, è in ginocchio, sta scomparendo – aggiunge Crimi rispondendo anche a Nicola Zingaretti – In più, questa volta, viene dato per scontato il ritorno del bipolarismo, come se le elezioni in due regioni equivalessero al voto nazionale».
E infatti a stretto giro arriva la sentenza dell’ex, il senatore Gianluigi Paragone da poco espulso: «Il Movimento è morto – dice in un’intervista alla Stampa – soffocato nella scatoletta di tonno. Non lo dico io, lo stanno dicendo gli elettori».
«Non ho problemi a dire che sto guardando molto, in questi mesi, agli ambienti dei meet up e degli ex attivisti M5s – dice Paragone – Tutta gente che vorrebbe tornare a sentire parole antisistema. Mi stanno chiedendo di organizzarci e di mettere su qualcosa».
Il risultato delle Regionali non lascia spiragli di ripresa per il Movimento, secondo Paragone: «Ormai è tardi per riprendersi. Il Movimento è una forza europeista e filo Pd. In Italia, per colpa di Di Maio, non ci sono più forze politiche antisistema. Ma c’è ancora un elettorato ampio – evidenzia – che cerca qualcuno che li rappresenti. Ecco perché, nonostante la mia espulsione, dai territori mi chiamano per incontrarci e parlare».
In vista degli Stati generali del prossimo marzo, l’unico in grado di riprendere in mano il Movimento secondo il senatore ex grillino è Alessandro Di Battista: «È l’unica speranza che ha il Movimento di risorgere. Alessandro dovrebbe ottenere la guida del partito e portarlo fuori da questa alleanza con il Pd, facendo cadere il governo».
«Ma questa è una cosa che non si realizzerà mai, perché ci sono i gruppi parlamentari che non vogliono perdere il posto. Il Movimento – prosegue – è destinato a scomparire nel Pd. Lo vedremo già alle prossime Regionali. Sono certo che si alleerà con il Pd in Veneto. L’alternativa sarebbe il non presentarsi, per evitare una figura come quella fatta in Emilia Romagna».
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