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Coronavirus, i contagi superano quelli della Sars: 6000 infetti in Cina. 132 morti, ma rallentano i casi. Primo caso negli Emirati Arabi

29 Gennaio 2020 - 06:55 Redazione
Il bilancio dell'ultimo giorno di contagi ha registrato un primo calo, mentre sono 103 i pazienti guariti dall'infezione

Con i 5974 casi annunciati questa mattina dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc) cinese, il contagio del coronavirus di Wuhan ha superato in Cina quello del 2002-2003 legato alla Sars, la sindrome respiratoria acuta grave, fermatosi a quota 5327, in base alle statistiche ufficiali dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Quanto ai decessi, i 132 casi finora imputabili al coronavirus di Wuhan sono ancora lontani dai 349 di fine 2003.

Il bilancio dei contagi nell’ultimo giorno intanto sarebbero rallentati, stando ai dati ufficiali forniti dalle autorità cinesi. I casi confermati ieri 28 gennaio sono 1459, meno dei 2077 registrati nella giornata di lunedì. Il virus preoccupa anche l’Europa, con i quattro casi in Francia e altrettanti in Germania. I casi sospetti si attestano a 9239.

E se ne aggiunge uno annunciato negli Emirati Arabi. Il caso è stato rilevato all’interno di una famiglia proveniente da Wuhan, ha annunciato oggi il ministero della Salute emiratino citato dall’agenzia di stampa ufficiale Wam. Non si esclude che possano essere infetti anche gli altri membri della famiglia. «La salute delle persone colpite è stabile», ha aggiunto il dicastero senza specificare il numero di persone colpite dal coronavirus.

Sono 103 le persone che hanno superato l’infezione e che sono state dimesse dopo il ricovero ospedaliero. Nel conteggio della cosiddetta Grande Cina – includendo Hong Kong, Macao e Taiwan – i casi confermati sfiorano le 6.000 unità, a quota 5.997.

I rimpatri in Giappone

È atterrato all’aeroporto Haneda di Tokyo il primo volo charter organizzato dal governo giapponese per far rientrare i connazionali dalla città cinese di Wuhan, epicentro del coronavirus. Il Boeing 767 trasportava circa 200 cittadini giapponesi, nessuno dei quali – riferisce il ministero degli Esteri nipponico – presentava sintomi di contagio dalla malattia.

Personale medico si trovava a bordo dell’aereo e ai passeggeri a cui non sono state riscontrate anomalie verrà chiesto di restare a casa per un periodo di due settimane, rimanendo in contatto con le autorità sanitarie nel caso di irregolarità. In base ai dati del ministero degli Esteri giapponese, sono circa 650 i residenti nipponici nella provincia dell’Hubei che hanno fatto richiesta di rientrare in patria.

Un secondo charter sarà in partenza questa sera, ha annunciato una fonte dell’esecutivo, e ulteriori voli potrebbero essere messi a disposizione nel caso di necessità. Oltre a personale medico, il primo volo diretto a Wuhan trasportava mascherine e vestiti protettivi come richiesto dalle autorità cinesi. Fino ad oggi i casi ufficiali di contagio del corona virus in Giappone sono sette.

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