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Dopo la citofonata di Salvini, scatta l’indagine interna tra i carabinieri di Bologna: i sospetti su un maresciallo

29 Gennaio 2020 - 11:20 Redazione
Non viene menzionato dal comando il presunto ruolo nella vicenda di un sottufficiale dell'Arma

I carabinieri di Bologna stanno verificando, con accertamenti interni, cosa sia successo il pomeriggio del 21 gennaio, in relazione alla passeggiata di Matteo Salvini al Pilastro. In quell’occasione, il segretario della Lega è andato a suonare, “scortato” da giornalisti e residenti, al citofono di una famiglia, facendo nomi e cognomi e chiedendo se lì abitasse uno spacciatore.

Il ruolo di un sottufficiale

Da parte del comando provinciale non viene commentato quanto riportato da alcuni quotidiani locali, sul possibile ruolo avuto nella vicenda da un sottufficiale dell’Arma. Secondo alcune ricostruzioni, Anna Maria Biagini, la donna che ha accompagnato Salvini al Pilastro, avrebbe infatti riferito di essere stata messa in contatto con lo staff della Lega grazie alla telefonata di un maresciallo che conosce.

Secondo la stampa, potrebbe trattarsi di un militare indagato per stalking e depistaggio ai danni di un avvocato e sospeso dal servizio con una decisione del Riesame di fine anno, non esecutiva in attesa della Cassazione. Al momento non sarebbe comunque aperto in merito un procedimento disciplinare, né risultano esserci fascicoli penali.

Sulla questione c’è anche un’interrogazione del deputato Pd Andrea De Maria al ministero dell’Interno, per chiedere se «le autorità competenti hanno richiesto a chi era presente, a tutela della sicurezza, informazioni» e «quali siano, nel caso, i riscontri ricevuti».

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