Patuanelli: «Serve chiarezza, no a “contiani” e “dimaiani”»
Il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, il giorno dopo la nomina del Guardasigilli Alfonso Bonafede a successore di Luigi Di Maio chiarisce la sua posizione nel dibattito interno ai 5Stelle e della sua eventuale leadership nel movimento. «Non riesco a parlare di “contiani” o “dimaiani”- ha detto il ministro – è una narrazione giornalistica che non ha niente a che fare con il progetto politico del M5s, che ha bisogno probabilmente di un momento di chiarezza».
«Faremo gli Stati generali- ha proseguito Patuanelli – ma il M5s parla di di energia rinnovabile, di ambiente, di diritti sociali. Mi ricordo uno degli slogan: nessuno deve rimanere indietro» . Insomma, ha concluso, «ci saranno tante cose da fare, cerchiamo di imporre al dibattito politico le idee in cui crediamo».
Secondo fondi interne al movimento, Panuanelli, vicino al premier Conte, sarebbe stato in ballottaggio con Bonafede per la guida dei ministri pentastellati nel governo giallorosso per il post-Di Maio. La scelta di Bonafede è stata interpretata da più parti come una chiusura nei confronti del Partito Democratico che aveva chiesto al Movimento 5 Stelle di scegliere il campo del centrosinistra, all’indomani del voto in Emilia-Romagna.
Era stato il vicesegretario del Pd Andrea Orlando, a poche ore dalle consultazioni che hanno portato alla vittoria il governatore uscente Stefano Bonaccini, a dichiarare: «I cinque stelle sono a un bivio: devono decidere se seguire la linea che ha portato avanti Di Maio o scegliere la via del campo progressista».
Orlando aveva ripreso, quasi testualmente, le parole dello stesso Patuanelli, che in un’intervista a la Repubblica del 16 gennaio aveva detto: «La storia del Movimento parla di diritti dei cittadini, di lotta alle diseguaglianze, di ambiente, di diritti dei lavoratori. Il nostro campo è certamente quello riformista».
Ex Ilva: «Non c’è alternativa alla revoca». Autostrade: «O si chiude entro il 31/01 o ci vediamo in tribunale»
A proposito della posizione del governo sulle concessioni autostradali, nel braccio di ferro con Società Autostrade, a margine di un evento Eni-Enea, Patuanelli è stato categorico: «Per noi non c’è alternativa alla revoca».
Parole decise, quelle del ministro, anche sulla trattativa con ArcelorMittal sulla vicenda dell’ex Ilva: «Abbiamo detto il 31 gennaio, se non si chiude entro il 31 ci vediamo il 7 febbraio in Tribunale».
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