Roma, in un bar camerieri con tuta e mascherine: «Il nostro antidoto alla psicosi da coronavirus»
Niente grembiule nero. Stamattina, 31 gennaio, i camerieri di un bar, nel cuore del quartiere multietnico romano dell’Esquilino, si sono presentati in tuta bianca con tanto di mascherina. Una provocazione del titolare del bar alla psicosi da Coronavirus che si è diffusa in tutta Italia e che, da Roma a Milano, sta avendo forti ripercussioni sui ristoranti cinesi (in calo il numero di clienti italiani).
«La mia voleva essere una provocazione – spiega il titolare del bar all’Ansa – Purtroppo il messaggio è stato interpretato male e da questa mattina ho ricevuto anche molte lamentele che si stanno placando soltanto ora. Io con i cinesi ci lavoro ogni giorno, e da una settimana non entra più nessuno. Mi chiedono tazzine e bicchieri in plastica, si sta diffondendo una psicosi collettiva».
Il titolare non è nuovo a iniziative del genere. Nel 2011, quando si diffuse la notizia che il terremoto avrebbe potuto colpire anche Roma, si è presentato al lavoro con tanto di caschetto in testa. «Mi piace sdrammatizzare situazioni simili – conclude -, ma domani mi toccherà indire la giornata gratis al bar per i cinesi così da rimediare al clamore di oggi».
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