Coronavirus, il virologo del Gemelli frena sulla donna guarita in Thailandia: «Ancora pochi dati su cocktail di farmaci»
Dopo la guarigione di una donna a Bangkok contagiata dal Coronavirus, il virologo Roberto Cauda invita alla cautela. Il direttore della Uoc di malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma ha spiegato quanto sia prematuro riporre speranze sulla terapia combinata con tre antivirali, un noto farmaco contro l’influenza e due per il virus dell’Aids, che avrebbero funzionato sulla paziente in Tailandia.
Il virologo considera poi l’ipotesi di un vaccino ancora prematura: «aver isolato il virus è sicuramente il punto di partenza per sviluppare un vaccino, sottolinea, ma restano da scoprire le parti del genoma virale più utili per crearlo».
«Per allestire un vaccino forse i tempi sono brevi, anche tre mesi – dice Cauda – ma ci vuole almeno un anno prima che tale vaccino arrivi alla popolazione, perché andrebbe comunque testato per garantirne sicurezza ed efficacia». Al momento, sottolinea, lo strumento più efficace contro il Coronavirus – ripensando anche alla Sars – è rappresentato dalle misure di contenimento per bloccare l’epidemia. Se si riesce a contenere la diffusione del virus, un ipotetico vaccino potrebbe risultare anche inutile in futuro.
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