Londra, l’Isis rivendica l’attentato di Streatham
A poche ore dall’attacco di Streatham, a Londra, l’Isis ha detto di essere il responsabile degli accoltellamenti avvenuti ieri nella capitale inglese. La rivendicazione è arrivata su un organo di propaganda dello Stato Islamico.
Il 2 febbraio, nella prima domenica dopo la Brexit, un giovane sorvegliato speciale, rimesso da poco in libertà anticipata, ha seminato il panico nella periferia sud di Londra, armato con un coltellaccio o un machete e con indosso un falso gilet esplosivo aggredendo varie persone e ferendone almeno tre prima d’essere abbattuto dal fuoco di agenti in borghese.
L’episodio – seguito di poche ore da qualcosa di molto simile a Gand, in Belgio, dove ad accoltellare due passanti è stata una donna – a Londra era stato identificato quasi subito come un fatto di matrice terroristica da Scotland Yard: «Legato al radicalismo islamico».
L’accoltellamento è avvenuto 3 mesi dopo l’attacco pressoché identico perpetrato a London Bridge, nel cuore della metropoli, il 29 novembre: quando un ex simpatizzante di Al Qaida, Usman Khan, già condannato per jihadismo e rimesso in libertà anticipatamente dalla giustizia del Regno, aveva ucciso due giovani ricercatori di Cambridge e ferito altre persone a margine di un evento dedicato al recupero dei carcerati, prima d’essere a sua volta freddato dalla polizia al culmine di in un raid rivendicato a posteriori dall’Isis.
Questa volta teatro dell’accaduto non è stato il centro della città o un’area turistica. Ma comunque una zona affollata, lungo Streatham High Street, la strada dei negozi del quartiere. Tutto si è consumato in pochi minuti, verso le 14 locali, le 15 in Italia, e l’intervento della polizia è stato quasi istantaneo nel racconto dei testimoni.
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