Ruby ter, il testimone: soldi a Imane Fadil perché tacesse sulle serate ad Arcore
Riprendono le audizioni in aula, nel tribunale di Milano, per il processo Ruby Ter a carico di Silvio Berlusconi e altri 28 imputati. Nel corso della sua deposizione, un testimone ha spiegato di aver conosciuto Imane Fadil, la giovane testimone morta l’anno scorso in seguito a una malattia, «durante una festa, in un locale a Milano».
L’aveva poi incontrata più volte nello studio dell’allora legale della ragazza, Danila De Domenico, con la quale aveva «un rapporto di amicizia e poi professionale, nel senso che abbiamo tentato insieme di intraprendere un’attività immobiliare».
A Fadil sarebbero stati offerti diversi migliaia di euro per tacere sulle serate ad Arcore. Il consulente immobiliare, amico dell’allora avvocato di Imane Fadil, ha raccontato che nel presunto tentativo di corruzione in un bar vicino al tribunale a Imane sarebbe stato chiesto di «nascondere qualcosa su quello che aveva visto alla feste, sulla circostanza che le ragazze restavano a dormire da Berlusconi, sui balletti osé. Ma Imane – ha sottolineato – voleva andare avanti per la sua strada, cioé dire la verità, quello che aveva visto».
La 34enne Fadil, ha precisato il teste rispondendo alle domande dei pm, «non aveva assolutamente soldi, faceva alcune serate in discoteca per le quali prendeva un compenso suo 100-150 euro a sera, ne faceva due o tre a settimana. Aveva un ottimo rapporto con la sorella e la madre che stavano a Torino, ma da loro non riceveva aiuti economici».
«Sulle ragazze che le proposero i soldi – continua il teste – mi specificò che erano due testimoni del processo, che già avevano ricevuto dei soldi. Imane mi disse che alcune ospiti avevano preso appartamenti, macchine per le frequentazioni con Berlusconi. Non ricordo i nomi, sull’entità delle cifre, erano somme notevoli, ventimila, anche cinquantamila».
La modella marocchina avrebbe anche «rifiutato cinquemila euro per restare a dormire» ad Arcore. Sulla provenienza dei denari che le sarebbero stati offerti, il testimone è rimasto vago all’inizio, poi incalzato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, ha confermato che gli venne fatto il nome di Berlusconi, giustificando l’iniziale incertezza col fatto che «sono passati cinque – sei anni da quando venni ascoltato».
«Fadil mi parlava del processo (all’epoca si celebrava quello a carico di Berlusconi, poi assolto, ndr), consigli però non ne prendeva da nessuno – ha raccontato – a volte si presentava in studio inc..ta nera, dicendo parolacce, era sbalordita perché, secondo lei, alcune ragazze sentite al processo non avevano detto la verità. Questo la faceva rabbrividire, ripeteva ‘non si fa così’. Credo che stesse così perché aveva un senso etico. Diceva che quasi tutte le ragazze non dicevano la verità. Restava arrabbiata per qualche giorno».
Un altro teste, Antonio Matera, ha invece detto di come Luca Risso, ex compagno di Ruby, gli avesse raccontato che «l’operazione per incassare 3 o 4 milioni con lei era riuscita, la cifra finale ricevuta era sui 3 milioni e con quei soldi arrivati da Berlusconi andò a vivere in Messico con lei e là fecero investimenti immobiliari».
«Risso – ha detto – era innamorato dei soldi, gli interessava Ruby perché gli avrebbe portato soldi».
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