Siria, Erdogan mette in guardia Assad: «Pagherà per i morti turchi»
La Turchia ha ucciso e ferito 76 membri delle forze del regime siriano nei bombardamenti compiuti oggi in risposta ai raid che hanno ucciso 8 turchi in Siria, nell’area di Idlib, tra cui 5 soldati. Nel pomeriggio Recep Tayyip Erdogan aveva messo in guardia Bashar al-Assad sulle conseguenze dell’uccisione di civili e militari turchi nella zona di Idlib: «Li abbiamo fatti pagare e continueremo a farli pagare per quello che hanno fatto», aveva dichiarato il presidente turco.
Erdogan ha fatto inoltre appello al ruolo della Russia come garante degli accordi di Sochi sulla creazione di una safe zone estesa a est del fiume Eufrate per 440km lungo il confine turco, e delle future mosse di Bashar al-Assad. «Ci affidiamo a quanto deciso nel processo di Astana e Sochi e speriamo che i patti vengano mantenuti», ha detto Erdogan da Kiev, dove si trova in visita, facendo riferimento agli accordi raggiunti con la Russia, pur non menzionandola direttamente.
I rapporti Turchia-Siria
Dal 2011 Ankara ha tagliato le relazioni con Damasco, riprendendo a parlare con Assad solo tramite la Russia, principale sponsor del presidente siriano. Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu ha avuto una telefonata con il collega russo, Serghei Lavrov. L’attacco ha scatenato la reazione di Ankara e l’esercito turco ha bombardato postazioni dei militari fedeli ad Assad nel nord ovest. L’offensiva è stata ordinata direttamente da Erdogan, che ha confermato le conseguenze dell’attacco.
Assad è impegnato in un’offensiva per riprendere il controllo della provincia e sottrarla a gruppi ribelli. Offensiva che non sta risparmiando la popolazione civile, e che ha causato già la fuga di 600 mila profughi verso il confine turco. «Ogni giorno la situazione a Idlib peggiora. Siamo stati molto pazienti, ma la Russia ha chiuso gli occhi di fronte agli attacchi del regime contro un’area in cui vivono 3,5 milioni di persone – aggiunge Erdogan – Circa un milione ha iniziato a marciare verso le nostre frontiere, ma noi ospitiamo già quasi 4 milioni di rifugiati».
La Turchia si augura che la Russia rispetti come «tutti i suoi obblighi nell’ambito degli accordi di Astana e Sochi», facendo rispettare la tregua a Idlib al regime di Bashar al Assad.
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