Usa, al via le primarie dem nell’Iowa: il primo “caucus” per selezionare lo sfidante di Trump
Gli occhi del mondo sono puntati sul Midwest dove nello Stato dell’Iowa cominciano le primarie democratiche. Per la prima volta dunque gli elettori potranno indicare chi vogliono come sfidante di Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca dell’anno prossimo. Anche se il presidente americano ha attualmente due sfidanti, salvo grandi sorprese, sarà lui a rappresentare il partito repubblicano alle elezioni.
Quanto conta l’Iowa? Da un certo punto di vista, molto, visto che si tratta del primo appuntamento elettorale nelle primarie. Una vittoria nell’Iowa può servire a dare impeto alla campagna elettorale. Eppure, non solo l’affluenza è tendenzialmente bassa (quest’anno circa 5mila persone si sono iscritte) ma i delegati che saranno eletti stasera sono relativamente pochi rispetto al totale. Il voto infatti segna soltanto la prima fase in un lungo processo che si concluderà tra sei mesi circa.
Guardando alle ultime presidenziali, le primarie in Iowa non sono state un buon indicatore dell’esito finale: trai i democratici vinse Hillary Clinton, ma nel caso dei repubblicani invece Donald Trump fu battuto da Ted Cruz. Eppure, questo appuntamento nato quasi per caso nel ’72 per rispondere all’esigenza di democratizzare ulteriormente la selezione dei candidati dopo i malumori e gli scontri degli anni delle contestazioni, mediamente riesce a essere indicativo. Dal ’72 a oggi infatti, soltanto in due casi il candidato dem non era arrivato tra i primi tre nello stato dell’Iowa.
Caucus e primarie: verso la Convention democratica di luglio
Le primarie democratiche sono suddivise in appuntamenti noti come “caucuses” e “primarie”. Nelle primarie gli elettori votano alle urne a scrutinio segreto mentre i caucuses assomigliano più a delle riunioni di quartiere, a dei comizi in cui gli elettori cercano di convincersi a vicenda.
Una volta arrivati in uno dei luoghi dove si terrà il caucus (scuole, chiese o centri comunitari), prima di votare gli elettori si posizionano in una determinata area che corrisponde al loro candidato prediletto per marcare fisicamente la loro preferenza. Dibattono con i loro “vicini”, cercando di portarli dalla propria parte.
Soltanto i candidati che riescono a ottenere il sostegno “fisico” di almeno il 15% delle persone presenti saranno considerati idonei. In Iowa gli elettori potranno cambiare posizione prima del voto se il loro candidato non supererà la soglia del 15%.
Nei caucuses come nelle primarie lo scopo è lo stesso: eleggere un totale di 3.979 delegati – suddivisi in un numero fisso per ogni Stato – che poi a loro volta dovranno nominare il candidato democratico alla convention che si terrà a luglio. Nel caso dell’Iowa, i delegati sono 41. Ai candidati serve un totale di 1.991 candidati per vincere.
Quest’anno i “caucus” saranno soltanto quattro: in Iowa, Nevada, Nord Dakota e Wyoming. Il prossimo appuntamento elettorale è quello delle primarie nello Stato del New Hampshire che si terrà l’11 febbraio. Il “super-Tuesday”, letteralmente “super martedì”, in cui si voterà in tredici Stati contemporaneamente – giornata chiave nelle primarie democratiche – avrà luogo il 3 marzo e le primarie finiranno a giugno, dopo che si sarà votato in tutti gli Stati, i territori speciali come Puerto Rico e a Washington D.C.
I candidati
Inizialmente erano ventotto i candidati alle primarie Dem ma dopo una serie di ritiri sono rimasti in 12. Di questi, sei o sette sono i più gettonati: il senatore del Vermont Bernie Sanders, l’ex vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden, la senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren, l’ex sindaco di South Bend in Indiana Pete Buttigieg, la senatrice del Minnesota Amy Klobuchar e l’imprenditore e avvocato Andrew Yang.
Gli ultimi sondaggi della Cnn davano avanti nel Paese il vicepresidente Joe Biden e il senatore Bernie Sanders con rispettivamente il 27% e il 24% dei consensi. Seguono Elizabeth Warren con il 14%, Michael Bloomberg con l’8%, Pete Buttigieg con il 7%, Amy Klobucher con il 5% e Andrew Yang con il 4%.
Ma nello stato dell’Iowa il quadro generale è leggermente diverso. Secondo un sondaggio di Emerson College pubblicato domenica, Sanders sarebbe avanti di circa 7 punti percentuali su Biden. Segue a sorpresa Buttigieg davanti a Warren che invece aveva brillato durante i dibattiti televisivi.
Manca all’appello Bloomberg: l’ex sindaco di New York infatti ha deciso di saltare l’Iowa. Ritiene di non averne bisogno. Avendo speso già circa $280 milioni di dollari in pubblicità, ha preferito concentrarsi su appuntamenti dove la posta in palio è più alta che in Iowa.
Iowa Democratic Caucus:
— Emerson College Polling (@EmersonPolling) February 2, 2020
28% @BernieSanders (-2)
21% @JoeBiden (0)
15% @PeteButtigieg (+5)
14% @ewarren (+2)
11% @amyklobuchar (-2)
5% @AndrewYang (0)
4% @TomSteyer (-1)
1% @TulsiGabbard (-4)
1% @MichaelBennet (+1)
0% @DevalPatrick (0)https://t.co/s9O9kasjU5 pic.twitter.com/1gMaZMq0Gg
Leggi anche:
- Primarie dem in Iowa, (finalmente) i risultati definitivi: Buttigieg vince per un soffio
- Super Bowl 2020, la guerra degli spot fra Trump e Bloomberg
- Elezioni Usa 2020, l’endorsement del New York Times alla candidata democratica Warren
- Usa 2020, detenuti usati per la sua campagna di Bloomberg. Siluro sul miliardario, costretto al dietrofront
- Usa 2020, Kamala Harris si è ritirata dalle primarie dei Democratici: bruciato tutto il budget elettorale
- Usa, al via le primarie dem nell’Iowa. Al via il primo “caucus” per selezionare lo sfidante di Trump
- Usa, primarie dem nell’Iowa: polemica sul ritardo dei risultati. «Sanders avanti»
- Primarie Usa, «Yes, Pete can». L’arte retorica di Pete Buttigieg, il “nuovo Obama” – Il Video
- Usa 2020, Sanders vince le primarie Dem in New Hampshire