La bufala dei sassi lanciati agli studenti cinesi a Frosinone è il risultato di un «telefono senza fili»
Un docente dell’Accademia delle Belle Arti di Frosinone aveva raccontato, al di fuori della conferenza stampa organizzata dalla direttrice dell’istituto, Loredana Rea, che dei ragazzi di nazionalità cinese sarebbero stati colpiti da un lancio di sassi a causa del razzismo generato dalla psicosi del Coronavirus. L’istituto aveva messo le mani avanti di fronte alle dichiarazioni del suo docente, ma a far luce sui fatti è stata la Polizia di Stato.
La Polizia di Stato, come riportato dalla Questura di Frosinone, nella serata del 3 febbraio 2020 si era messa all’opera per verificare quanto era stato riportato dagli organi di stampa a seguito della denuncia pubblica del docente, il quale però aveva riferito informazioni raccolte da un’altra docente ancora.
L’altra docente, di cui non conosciamo l’identità, aveva appreso da una studentessa cinese che in una chat di suoi connazionali si faceva riferimento a presunti episodi di intolleranza verso cittadini cinesi a Roma. A causa dell’errato utilizzo di Google Translate, i contenuti delle chat avrebbero fatto intuire che ci fosse stata una sassaiola.
Un classico esempio di «telefono senza fili» dove dal racconto di una prima fonte passato da persona a persona viene alterato senza volere. Tuttavia, il docente che aveva raccontato la vicenda è stato segnalato per procurato allarme.
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