Fa squillare il cellulare al concerto. Ezio Bosso lo gela: «È come lo squarcio su un Caravaggio»
Era una serata dedicata alla poesia sulle note di Strauss, Mozart e Beethoven. Era la serata di Ezio Bosso al Teatro delle Muse di Ancona e della Form Orchestra Filarmonica, con l’oboista Francesco Di Rosa. Ma nel mezzo della magia guidata dalla bacchetta del maestro Bosso è squillato un telefono in sala. All’interruzione è seguita una lunga pausa voluta dal direttore d’orchestra che solo a alla fine dell’esecuzione si è rivolto amareggiato verso il pubblico: «È un vaso incrinato, è una emozione interrotta, è una bellezza che si scompone, peggio di una tele sfregiata. È come lo squarcio su un Caravaggio, solo che la tela si può riparare, la musica no».
Non è la prima volta che il direttore d’orchestra viene interrotto dal suono dei telefoni in uno dei suoi concerti. «Capita anche all’estero», racconta in un’intervista al Corriere Adriatico. «È come dar fuoco a un cartone di Leonardo. Irrecuperabile. L’altra sera l’interferenza è arrivata in un momento di attesa, di tensione, che porta la firma di Mozart. Noi, l’orchestra e io, l’abbiamo tenuta molto più lunga, tecnicamente si dice gran pausa». Troppo presi dallo schermo del telefono, una piaga sociale che si manifesta in ogni ambito. Ma per Bosso è «troppo semplice» dare solo la colpa alla tecnologia: «È un utilizzo malato. Non vede la gente per strada che cammina con i telefonini negli occhi? Non guardano, non vedono».
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