Impeachment, Trump assolto da tutte le accuse. Lui esulta: «Trump 4EVA»
Alla fine Donald Trump ce l’ha fatta. Il Senato americano ha assolto il presidente americano da entrambi i capi di accusa nel processo per l’impeachment, il terzo nella storia degli Stati Uniti (escluso Nixon). Una maggioranza di senatori ha votato per assolvere il presidente, 52 nella prima votazione e 53 nella seconda. Iniziato il 18 dicembre 2019 con l’approvazione da parte della Camera dei rappresentanti degli articoli dell’impeachment, il Senato era chiamato a decidere se assolvere o condannare Trump per le pressioni fatte sul presidente dell’Ucraina ai fini di far avviare un’inchiesta giudiziaria nei confronti del suo rivale politico Joe Biden. Per condannare il presidente sarebbe servita una maggioranza di due-terzi, un esito improbabile nel Senato a maggioranza repubblicano.
Trump esulta dopo il voto: «Trump 4EVA»
Il presidente americano ha festeggiato postando su Twitter un video che mostra una finta copertina del noto settimanale Time in cui appiano i cartelloni della campagna elettorale di Trump dal 2024 fino all’infinito. Insomma, un augurio di longevità politica che il presidente americano rivolge a se stesso. Per una dichiarazione più lunga del presidente bisognerà aspettare fino alle 18 (orario italiano) di domani, giovedì 6 febbraio. Ad annunciarlo è stato lo stesso Trump in un tweet successivo in cui ha definito la sua assoluzione una «vittoria del paese» nel «processo truffa».
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) February 5, 2020
La reazione di Hillary Clinton
Per Hillary Clinton, ex segretario dei Stato nonché sfidante di Trump nel 2016, saranno tempi bui. «All’inizio del processo per l’impeachment – ha scritto su Twitter Clinton – i senatori repubblicani hanno promesso solennemente di difendere la Costituzione. Oggi, 52 di loro hanno tradito quella promessa – e tutti noi». «Stiamo entrando in una fase pericolosa per la nostra democrazia. Servirà il contributo di tutti per uscirne», ha concluso.
February 5, 2020
Romney sfida i repubblicani e Trump Jr chiede di espellerlo dal partito
Prima del voto soltanto due repubblicani, Susan Collins del Maine e Mitt Romney, ex Governatore del Massachusetts nonché sfidante di Barack Obama nelle presidenziali del 2012, avevano annunciato di essere intenzionati a votare a favore della condanna di Trump, rompendo con la linea del partito. Secondo Romney, le azioni di Trump «sono state un evidente assalto ai nostri diritti elettorali, alla nostra sicurezza nazionale ai nostri valori fondamentali». «Corrompere un’elezione per restare in carica – ha dichiarato Romney – è forse la violazione più abusiva e devastante del giuramento da presidente che posso immaginare». Nonostante questo, Romney ha votato per assolvere Trump durante la votazione per il secondo capo di accusa sull’ostruzione del Congresso.
Anticipando le critiche dei repubblicani, Romney aveva aggiunto che il suo voto «probabilmente sarà in minoranza al Senato ma potrò dire ai miei figli e ai miei nipoti di aver fatto il mio dovere al meglio delle mie capacità credendo che il Paese si aspettasse questo da me». Immediatamente dopo la dichiarazione di Romney, il figlio maggiore del presidente, Donald Trump Jr, ha chiesto l’espulsione di Romney dal partito repubblicano. Ipotesi allontanata dal leader dei repubblicani al Senato, Mitch McConnell che dicendosi «sorpreso e dispiaciuto» dalla decisione di Romney ha aggiunto che il senatore collabora con i repubblicani su diversi temi.
Gli articoli dell’impeachment
Sono due gli articoli dell’impeachment: abuso di potere e ostruzione ai poteri del congresso. Il primo accusa Trump di abuso di potere secondo cui il presidente americano avrebbe avanzato una serie di richieste nei confronti del suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky volte a favorirlo politicamente usando come leva il blocco degli aiuti militari a Kiev. Il secondo articolo, l’ostruzione del Congresso, riguarda l’ordine ai funzionari dell’amministrazione di non cooperare con l’inchiesta della Camera. Secondo le accuse Trump avrebbe violato la costituzione e compromesso la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
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