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I giovani ci hanno un po’ deluso, tra i big un paio di stelle in ascesa. Il PagellOpen della seconda serata di Sanremo

06 Febbraio 2020 - 13:53 Maria Pia Mazza
Il nostro insindacabile (!) giudizio sulla seconda serata della kermesse musicale sanremese

Anche durante la seconda serata di Sanremo, c’è chi ci ha convinto e chi ci ha lasciato un po’ perplessi. Ma c’è tempo per recuperare durante le prossime 3 serate, così come per riaffermare la propria bravura. 

Le pagelle dei Big in gara

Piero Pelù – Gigante: Il rocker sa tenere il palco (e anche la platea). Il pezzo ha una melodia orecchiabile e chitarroni pesanti quanto basta, per essere all’Ariston. Pelù convince, ma sappiamo bene che potrebbe far di più. Voto 8.

Elettra Lamborghini – Musica (e il resto scompare): La twerking queen esordisce a Sanremo in punta di piedi, visibilmente molto agitata. Il brano è un tormentone-estivo anticipato, ma la performance non è delle migliori. Miss Lamborghini  ha ancora qualche serata per ambientarsi all’Ariston. Voto 5,5.

Enrico Nigiotti – Baciami adesso: Nigiotti riesce a esibirsi prima della mezzanotte (dopo le polemiche dell’anno scorso sulle sue continue esibizioni in tardissima serata). Ballatona amorosa tipica da Festival, manca però di trasporto. Voto 5.

Levante – Tiki bom bom: Levante esordisce a Sanremo con un ottimo testo ben cantato, ma la parte strumentale sa di già sentito. Presenza scenica e mimica che, talvolta, sembrano forzata. Voto 7.

Pinguini Tattici Nucleari – Ringo Starr: Il gruppo bergamasco si presenta con un brano leggero (che fa da contrappeso al testo che racconta tutt’altro). Canzone molto orecchiabile e ritornello – tormentone. Voto: 8.

Tosca – Ho amato tutto: L’artigiana della musica torna sul palco di Sanremo con un brano elegante, raffinato, egregiamente cantato. Manca ancora un qualcosa per arrivare a colpire in pieno l’ascoltatore. Voto 7.

Francesco Gabbani – Viceversa: Gabbani porta una ballata amorosa, un po’ molleggiante e un po’ fluttuante. Ha dimostrato in passato di avere stoffa da vendere sia nella scrittura intelligente, sia nella presenza scenica, ma quest’anno la combo viene, per ora, un po’ a mancare. Voto 6,5.

Paolo Jannacci – Voglio parlarti adesso: Jannacci Jr si presenta con una ninna nanna dedicata alla figlia, con una parte orchestrale pregevole e delicata, ma una voce un po’ rotta dall’emozione, e forse dell’esordio nelle vesti di cantante. Voto 6,5.

Rancore – Eden: Prendete uno dei più raffinati e sensibili parolieri del rap italiano, unitelo a uno dei migliori produttori in circolazione, aggiungeteci un tocco di sound internazionale in stile Woodkid e otterrete Eden. Forse il brano più completo del Festival, caratterizzato da un’eccellente scrittura, eccellenti contenuti, eccellente parte strumentale, equilibrata in un pregevole crescente sonoro e vocale. A ciò si aggiunge un’ottima presenza scenica e un’ottima ritmica. Podio e premi della critica in arrivo? Forse. Voto 9,5.

Junior Cally – No grazie: Il rapper mascherato si presenta all’Ariston a viso aperto, in barba a tutte le polemiche che l’han travolto nel periodo del pre-festival – con un brano con un ritmo incalzante e ben spedito, un ritornello funzionale e che entra subito bene in testa, e un testo che non risparmia nessuno. Ottima presenza scenica. Voto 9.

Giordana Angi – Come mia madre: La cantautrice si esibisce in un un brano marcatamente nazional-popolare, sia sul profilo strumentale, sia sui contenuti. Giordana Angi canta con convinzione e tiene discretamente il palco. Manca però di originalità, ricercatezza di scrittura e freschezza. Voto 7.

Michele Zarrillo – Nell’estasi o nel fango: Zarrillo, alla sua tredicesima partecipazione a Sanremo, in un brano dove il falsetto la fa da padrone, fa la sua dignitosa figura da Campione della “vecchia guardia”. Anche nel suo caso manca un po’ di freschezza e ricercatezza, in particolare sul fronte testuale. Voto 6.

Le pagelle dei Giovani in gara

Gabriella Martinelli e Lula, Il gigante d’acciaio: Testo impegnato, buona performance, ma mancava il quid. Voto: 6.

Fasma, Per sentirmi vivo: Commistione di rap e rock incalzante, buona presenza scenica, testo abbastanza efficace. Senza effetti vocali, forse il brano risulterebbe più incisivo. Voto: 6,5.

Marco Sentieri, Billy blu: Buona presenza scenica come quella di chi, come Marco Sentieri, di gavetta ne ha fatta (e tanta). Ma il tema portante, quello del bullismo, per quanto attuale e importante, è forse sciorinato con qualche cliché di troppo. Voto: 6,5.

Matteo Faustini, Nel bene e nel male: Il testo è discreto (se tralasciamo quel “Hai mai fatto l’amore con gli occhi?”, che sa un po’ di naftalina), l’esibizione discreta e forse un po’ sporcata dall’emozione, anche comprensibile. Voto: 6.

Speciale Sanremo 2020

Il regolamento

I pronostici

I 24 cantanti Big in gara

Achille LauroMe ne frego Alberto UrsoIl sole a est AnastasioRosso di rabbiaBugo e Morgan * – Sincero DiodatoFai rumore Elettra LamborghiniMusica (E il resto scompare) ElodieAndromeda Enrico NigiottiBaciami adesso Francesco GabbaniViceversa Giordana AngiCome mia madre Irene GrandiFinalmente io Junior CallyNo grazie Le VibrazioniDov’è LevanteTiki Bom Bom Marco MasiniIl confronto Michele ZarrilloNell’estasi o nel fango Paolo JannacciVoglio parlarti adesso Piero PelùGigante Pinguini Tattici NucleariRingo Starr RancoreEden Raphael GualazziCarioca RikiLo sappiamo entrambi Rita PavoneNiente (Resilienza 74) ToscaHo amato tutto

* squalificati per defezione

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