Emiliano, 29 anni, «febbre e bruciore agli occhi»: cosa sappiamo sul giovane italiano contagiato dal coronavirus
Ventinove anni, originario di Luzzara (Reggio Emilia), di professione ricercatore. A Wuhan era rimasto soltanto un giorno, si trovava in Cina in compagnia della sua fidanzata cinese per i festeggiamenti del Capodanno lunare. Ora è ricoverato all’ospedale Spallanzani di Roma. È stato portato lì dalla città militare della Cecchignola, dove si trovava in isolamento insieme ad altri 55 connazionali rimpatriati dalla Cina a causa dell’emergenza Coronavirus.
Il giovane è risultato positivo al coronavirus, è il primo caso di un cittadino italiano. Tutto è iniziato con una febbre non troppo alta e un lieve bruciore agli occhi, lo stesso che ha riportato la turista cinese risultata positiva al virus. Al momento dell’imbarco il 29enne non presentava sintomi del contagio per questa ragione è partito insieme agli altri italiani.
I primi sintomi lievi sono comparsi nella giornata di ieri, 6 febbraio. Il primo test, effettuato grazie a un controllo programmato, non ha dato risposte certe. Poi il secondo ha confermato il coronavirus. Ora i controlli potrebbero essere estesi a tutti coloro che hanno partecipato alle operazioni di rimpatrio, che potrebbero anche essere messi in quarantena.
Il direttore del reparto malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità rassicura: «Credo che la possibilità di contagiare gli altri sia bassissima». Il giovane infatti dormiva in una stanza singola e avrebbe avuto pochi contatti con gli altri, anche nei momenti d’incontro erano sempre tutti protetti da tute e mascherine. Lo hanno confermato al Corriere della Sera alcuni ospiti della struttura militare.
Quarantena prolungata
Secondo l’ultimo aggiornamento medico dallo Spallanzani, il 29enne è in condizioni generali buone. I medici che seguono i 55 italiani alla Cecchignola sono ora impegnati a tracciare i contatti che il ragazzo reggiano ha avuto all’inizio della quarantena. prolungata ora per tutti di altre due settimane.
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