Processo su ‘ndrangheta stragista, il boss mafioso Graviano: «Berlusconi mi chiese aiuto in Sicilia, ci siamo visti tre volte a Milano»
«Ho incontrato tre volte a Milano Silvio Berlusconi mentre ero latitane», dice il boss di Cosa nostra Giuseppe Graviano, già condannato all’ergastolo, deponendo in videoconferenza nel processo «’ndrangheta stragista», in cui è imputato, in corso di svolgimento a Reggio Calabria. E da Berlusconi, Graviano dice di aver ricevuto una richiesta di aiuto elettorale in Sicilia, prima di scendere in campo, salvo poi “tradire” la mafia. «Berlusconi sapeva come mi chiamavo – dice il boss – E sapeva che ero latitante da dieci anni. Alla riunione ha partecipato anche mio cugino Salvo e con Berlusconi c’erano persone che non conoscevo. Dovevamo discutere dell’ingresso di alcuni soci nelle società immobiliari di Berlusconi. Verso la fine del 1993 – ha detto Graviano – si tenne una riunione a Milano 3, per regolarizzare questa situazione. Siccome Berlusconi aveva detto di sì mio cugino ha detto di andare a incontrarlo. “Vediamo che intenzioni ha”, disse, ed così è stato fissato l’appuntamento a Milano 3. Fino a quel momento questi soggetti che dovevano entrare in affari con Berlusconi non apparivano. In quell’occasione – ha aggiunto – fu programmato un nuovo incontro, per febbraio, ma io il 27 gennaio 1994 venni arrestato a Milano. un arresto anomalo…», dice ancora Graviano.
Affermazioni «prive di ogni fondamento» secondo l’avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini, che accusa il boss di avere solo «astio» per l’ex premier per le leggi contro i mafiosi approvate durante i suoi governi. «Le dichiarazioni rese quest’oggi da Giuseppe Graviano sono totalmente e platealmente destituite di ogni fondamento – ha detto il parlamentare di Forza Italia in una nota – sconnesse dalla realtà nonché palesemente diffamatorie. Si osservi che Graviano nega ogni sua responsabilità pur a fronte di molteplici sentenze passate in giudicato che lo hanno condannato a plurimi ergastoli per gravissimi delitti». Prima di iniziare la sua attività politica, Berlusconi avrebbe chiesto a Graviano di potere essere aiutato in Sicilia. A dirlo lo stesso boss mafioso secondo il quale, però, molte delle attese che Cosa nostra aveva posto in Berlusconi vennero meno, come il mantenimento del regime carcerario del 41bis e l’abolizione dell’ergastolo. «Per questo – ha detto – ho definito Berlusconi traditore».
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