Morto il «medico eroe»: la Cina avvia un’indagine. La rabbia dei cittadini cinesi sui social
La Cina ha annunciato l’avvio di un’indagine dopo la morte di Li Wenliang, il giovane medico che per primo lanciò inascoltato l’allarme sul coronavirus di Wuhan.
Lo annuncia la Commissione per l’ispezione disciplinare, l’Anticorruzione del Partito comunista cinese (Pcc), spiegando in una nota che un team investigativo sarà inviato a Wuhan per «condurre un’indagine completa sulla questione relativa al dottore Li Wenliang».
«Una società sana dovrebbe permettere voci differenti», aveva detto Li dal letto d’ospedale quando ancora le condizioni di salute non erano compromesse. Intanto sui social come Twitter e WeChat, il popolo cinese chiede giustizia per il giovane medico.
Su Weibo e Twitter in mandarino i due hashtag più diffusi riguardano infatti la morte del medico: #vogliolalibertàdiparola, conta milioni di visualizzazioni. Anche su WeChat, gli utenti hanno espresso cordoglio e rabbia. «Li è un eroe e ha messo in guardia gli altri sacrificando la sua vita», «Una società sana non dovrebbe avere una sola voce», dicono.
Il medico, insieme ad altri sette colleghi, aveva dato l’allarme per primo, molto tempo prima che l’epidemia dilagasse, scambiando inizialmente questo virus con il ritorno della Sars. Ma i media di regime lo avevano censurato e il governo aveva predisposto per lui una condanna.
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