I giovani con la “sindrome Greta”: lo scivolone di Borrell che irrita l’Ue
Esisterebbe una “sindrome Greta” secondo l’alto rappresentante per la politica Ue, Josep Borrell. Un’uscita infelice – avvenuta non in sede istituzionale, bensì durante la presentazione di un libro – che ha causato un putiferio. L’uomo ha redarguito i giovani che in questo ultimo anno si sono dati appuntamento in piazza per manifestare contro il cambiamento climatico, sostenendo che oltre a «marciare per le strade, dovrebbero avere più consapevolezza dei costi legati alle lotte per l’ecosistema». Il già presidente del Parlamento europeo e ministro degli Esteri spagnolo, si chiede se i giovani «sarebbero disposti ad abbassare il loro livello di vita per aiutare i minatori polacchi». Un discorso che stride nell’Europa del Green Deal, delle campagne di sensibilizzazione per il clima. E infatti il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer, ha risposto, piccato: «Non credo che la sindrome Greta sia stata ancora definita come condizione medica. La risposta è sicuramente no». Borrell ha quindi tentato di raddrizzare il tiro, scrivendo un post su Twitter: «I movimenti giovanili di lotta ai cambiamenti climatici hanno il mio pieno sostegno ed ispirano politici e società». Ma era troppo tardi, ormai, perché le critiche stavano già piovendo. E nemmeno il governo di Madrid, sembra, avrebbe apprezzato.
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