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Sanremo 2020, chi è Bugo di cui tanto si parla in queste ore

08 Febbraio 2020 - 14:15 Redazione
Non è esattamente un novellino nel campo musicale, ha alle spalle una carriera ventennale

Nato a Rho nel 1973, si è trasferito prima a Novara per poi ritornare a Milano. Cristian Bugatti – in arte Bugo – non è solo colui che ieri, 7 febbraio, ha abbandonato il palco del festival sanremese mentre il suo compagno di viaggio, Morgan, cambiava il testo della loro canzone – Sincero – in corsa, costringendolo ad andarsene, quasi si fosse arreso alle bravate del collega.

La carriera

Bugo non è esattamente un novellino, ha alle spalle una carriera ventennale. Carriera che più volte lo ha portato a sperare nell’Ariston, a sfiorarlo con le dita, ma che, di fatto, gli ha sempre dato picche. «Fantautore», «padre dell’indie italiano», «pioniere del nuovo cantautorato», «il nostro Beck»: lo chiamano così i suoi fan più appassionati.

Pubblica il primo album nel 2000, si intitola «La prima gatta». Il successo non è dirompente, ma è l’occasione per fare un po’ di palestra, per frequentare gli ambienti underground. Il ragazzo ha uno stile ironico, a volte quasi allucinato. Spazia dal folk al rock. Nel giro di pochi anni subisce una trasformazione nello stile, e decide così di dedicarsi all’elettronica. Il quotidiano britannico Guardian lo inserisce fra i nomi di spicco della musica italiana insieme a colleghi come Vasco Rossi, Tiziano Ferro, Jovanotti.

Vita privata

Poi il periodo introspettivo: si trasferisce in India, abbandona il panorama musicale italiano provvisoriamente. Si dedica allora all’arte, e vive a New Delhi dal 2010 al 2014 con la moglie, da cui ha un figlio. Torna nel 2016 a calcare i palcoscenici con la musica, scrive due nuovi album, questa volta più rockettari: Nessuna scala da salire (2016) e RockBugo (2018).

Molto vicino al suo pubblico, sente l’esigenza di raccontarsi spesso e volentieri sui social. Ma a chi gli dice che possa essere considerato il papà dell’indie, Bugo risponde: «È un po’ di anni che leggo sui giornali che sono l’antesignano dell’indie. A me va bene ma ho 46 anni, non sono un vecchio. La verità è che non ho inventato nulla ma sono uscito quando andavano di moda le band. Ho solo ripreso il discorso dei vari Vasco Rossi e Rino Gaetano quando era stato interrotto da un po’».

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