Sanremo 2020, perché deve vincere Rancore
Solo qualche giorno fa, a chi gli chiedeva se fosse felice di essere a Sanremo, Tarek Iurcich, in arte Rancore, classe 1989, rispondeva ironicamente: «Sono felice? Sì, sono felice nei limiti con i quali può esser felice uno che si chiama Rancore».
February 5, 2020
Ma il rapper romano, di origine metà croata e metà egiziana, ha portato all’Ariston la sua Eden, un brano intessuto su una trama fittissima di raffinate metafore dove, partendo dal solo elemento della mela, ha sciorinato con intelligenza e ricercatezza un’infinità di riferimenti al passato e al presente del mondo in cui viviamo.
Ma al contempo, Eden, si concentra sul declino dell’umanità che percepisce quotidianamente ogni anima un po’ più sensibile ed empatica, guardandosi intorno a sé, interrogandosi sul futuro, senza rimanere chiusa nella propria bolla. E il tema, in fondo, è poi quello della scelte che impattano non solo sulle vite del singolo, ma plasmano l’intero mondo in cui viviamo e in cui vivremo.
Le metafore presenti del brano meriterebbero una disanima a parte, ma meriterebbero anche di essere premiate per la ricercatezza, l’intelligenza e l’eleganza con cui vengono intrecciate e presentate – coraggiosamente – al pubblico sanremese.
Perché se Rancore viene annoverato genericamente tra i “rapper”, lui è molto di più: un paroliere instancabile ed intelligente, ossessivo, iper-perfezionista che sa mettere a nudo lo stato d’animo taciuto di un’intera generazione e della società contemporanea.
E ad accompagnarlo in questo percorso sanremese c’è il tocco della produzione di Dardust, già produttore del brano vincitore dell’anno scorso (Soldi di Mahmood), che valorizza strumentalmente il brano con un suono internazionale, con richiami a Woodkid e alla cinematograficità musicale, grazie anche a una parte orchestrale in un continuo crescente che fa esplodere il brano.
E poco importa se Eden non vincerà e non salirà sul podio, e non importa neanche che vi si avvicini, anche se lo meriterebbe e un po’ dispiace. Perché la scelta di Rancore di presentarsi a Sanremo (e la scelta di Amadeus di inserirlo in competizione tra i Big, che non era una scelta propriamente scontata) con un brano così complesso e completo (e che è forse uno dei gioielli musicali più preziosi di questo Festival) è un atto di coraggio, ma anche una sfida.
Una sfida all’ascoltatore a entrare nelle trame del testo, una sfida al mondo del rap (e generi derivati) che deve saper maturare e crescere, iniziando a dire qualcosa in più rispetto a quei mugolii “yo, baby, cash, yo”.
Ma quella di Rancore si trasforma anche in una “sfida” verso chi si presenterà negli anni a venire sul palco dell’Ariston, con un invito non necessariamente a comporre testi complessi su temi impegnati, ma almeno a riuscire a dire qualcosa, con coraggio. E se possibile, riuscirlo a dirlo bene, come fa Eden di Rancore.
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I 24 cantanti Big in gara
Achille Lauro – Me ne frego Alberto Urso – Il sole a est Anastasio – Rosso di rabbia – Bugo e Morgan * – Sincero Diodato – Fai rumore Elettra Lamborghini – Musica (E il resto scompare) Elodie – Andromeda Enrico Nigiotti – Baciami adesso Francesco Gabbani – Viceversa Giordana Angi – Come mia madre Irene Grandi – Finalmente io Junior Cally – No grazie Le Vibrazioni – Dov’è Levante – Tiki Bom Bom Marco Masini – Il confronto Michele Zarrillo – Nell’estasi o nel fango Paolo Jannacci – Voglio parlarti adesso Piero Pelù – Gigante Pinguini Tattici Nucleari – Ringo Starr Rancore – Eden Raphael Gualazzi – Carioca Riki – Lo sappiamo entrambi Rita Pavone – Niente (Resilienza 74) Tosca – Ho amato tutto
* squalificati per defezione
Classifica
- Sanremo 2020, la classifica della prima serata: in testa Le Vibrazioni, ultimi Bugo e Morgan
- Sanremo 2020, la classifica della seconda serata: in testa Francesco Gabbani, ultimo Junior Cally
- Sanremo 2020, la classifica della terza serata: in testa Tosca, ultimi Bugo e Morgan
- Sanremo 2020, la classifica della quarta serata: primo Diodato, ultimo Alberto Urso
Pagelle
- Tra i big c’è un ex aequo, tra i giovani una promessa. Il Pagellopen della prima serata di Sanremo 2020
- I giovani ci hanno un po’ deluso, tra i big un paio di stelle in ascesa. Il PagellOpen della seconda serata di Sanremo
- Sanremo 2020, le pagelle della serata dei duetti e delle cover
- Sanremo 2020, le pagelle delle quarta serata
Ascolti
- Sanremo ascolti: bene la prima, oltre il 50% e quasi 12 milioni e mezzo di spettatori
- Sanremo ascolti: bene anche la seconda serata con quasi 10 milioni di telespettatori e 53,3% di share
- Sanremo ascolti, piace anche la serata delle cover: share al 54,5% (il miglior risultato dal 1997)
- Sanremo ascolti, bene anche la quarta serata: 9 milioni e mezzo di telespettatori (share al 53,3%)
Le Nuove proposte (Giovani)
Il caso Bugo
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