L’impero musicale di Gucci: il brand italiano che riesce a benedire i nuovi talenti
Un solo nome: Alessandro Michele. È lui l’art director che sta dietro alla caccia delle trap/pop/indie star di Gucci degli ultimi anni. Il gusto e l’occhio di Michele non si è lasciato sfuggire nessuna personalità emergente che avesse del potenziale. Regalando alle loro carriere la benedizione definitiva per la gloria sul palcoscenico.
L’art director di una delle case di moda più importanti del mondo ha scoperto le sue carte all’opinione pubblica italiana durante la 70esima edizione del Festival di Sanremo, mettendo la sua firma sulle performance di Achille Lauro e Boss Doms. Ma ai più attenti e ai più esperti non sarà sfuggito il tocco – tutt’altro che leggero – della guida artistica di quello che è senza dubbio il marchio del momento in ambito musicale. E che non manca di dare il suo endorsement a chi lancia messaggi di inclusione e di elogio alla diversità.
Achille Lauro e Boss Doms
Non c’è bisogno che vi rinfreschiamo la memoria. Abbiamo ancora tutti nella testa le quattro performance di Achille Lauro e Boss Doms sul palco sanremese del 2020, dal mantello Gucci sulla tutina color carne della prima serata fino alla Regina Elisabetta I d’Inghilterra della finale, passando per David Bowie e la Marchesa Casati Stampa.
Billie Eilish
Song of the year, Album of the year, Record of the year, Best pop vocal Album, Best New Artist: Billie Eilish ha vinto tutte e 5 le statuette più importanti dei Grammy Awards 2020. E lo ha fatto, chiaramente, vestendo abiti firmati Gucci
A 18 anni è già all’apice della sua carriera artistica, iniziata con l’album d’esordio When We All Fall Asleep, Where Do We Go?. Anche il fratello, Finneas O’Connell, produttore dell’album di Eilish, ha vinto il Grammy come Produttore non classico dell’anno. Griffato Gucci, pure lui, per l’occasione.
Ghali
Se la trap (seppur nella sua versione pop) è ormai a pieno titolo nel gusto comune italiano è merito suo: Ghali. L’artista «un po’ italiano un po’ tunisino» ( e italiano al 100%, essendo nato a Milano) ha conquistato il Paese con Cara Italia, il singolo uscito nel 2018 che parlava d’integrazione.
Lucio Corsi
È una delle promesse (ormai certezze) della musica indie italiana e forse il cantautore più talentuoso al confine tra la generazione dei Millennials e la GenZ. Anche Lucio Corsi, toscano di Val di Campo di Vetulonia, classe 1993, non è sfuggito all’occhio di Alessandro Michele. Gucci ha curato i costumi e l’estetica dei video che hanno preceduto l’uscita del suo nuovissimo album, Cosa faremo da grandi?.
Francesco Bianconi
Francesco Bianconi dei Baustelle è praticamente il padre putativo di Lucio Corsi. I due avevano partecipato già nel 2018 alla stessa campagna Gucci, la Roman Rhapsody, per la quale Alessandro Michele si era affidato a Mick Rock, famoso fotografo rock (qualche nome a caso: David Bowie, Lou Reed, Iggy Pop, Syd Barrett).
Da anni ormai Bianconi è uno dei pupilli del marchio: la citazione di Francesco, quindi, è d’obbligo.
Harry Styles
Dalla trap, al rap, dall’alternative fino all’indie e al pop, Alessandro Michele ne ha per tutti i gusti. La casa di moda ha vestito anche l’ex One Direction Harry Styles. Anche questo non è un amore nuovissimo: già negli scorsi anni Styles si era esibito con outfit griffati Gucci dalla testa ai piedi.
Leggi anche:
- Sanremo 2020, perché deve vincere Achille Lauro
- Achille Lauro, la scelta di stare «un passo indietro» ad Annalisa. E chi è Ziggy Stardust con cui ha omaggiato David Bowie
- Sanremo, Achille Lauro si becca l’applauso anche dei francescani. Con un piccolo appunto sul look
- Sanremo 2020, le polemiche su chi ha vinto e perché: ecco come Diodato si è piazzato primo
- Pronta la compilation del Festival di Sanremo, ma senza il vincitore (e altri due brani)
- Gucci sceglie per il suo nuovo mascara Ellie Goldstein, la modella con la sindrome di down
- Ghali aggredito nella sua villa di Buccinasco tra urla e vasi rotti: denunciata una 22enne