«Partigiano assassino»: il manifesto fascista alla sede Anpi Genova rivendicato da Azione frontale
«Partigiano assassino, l’antifascismo si cura con la verità». È questo il contenuto di un manifesto affisso da alcuni militanti di Azione frontale all’ingresso della sede Anpi di Genova, in via Isonzo. Il gesto, messo a segno dal movimento di estrema destra durante la scorsa notte, è stato poi rivendicato questa mattina – lunedì 10 febbraio – con un comunicato firmato dagli stessi esponenti del gruppo neofascista e pubblicato sulla bacheca Facebook di Azione frontale Genova.
Nella nota di rivendicazione del blitz – messo a segno proprio nel giorno del Ricordo delle vittime delle foibe – il movimento neofascista ha fatto riferimento alle famiglie giuliano-dalmata, al caso della bambina Giuseppina Ghersi e ai crimini di guerra commessi «quando la guerra era finita». Sull’episodio della scorsa notte sta indagando la Digos per individuare i responsabili del gesto di stampo neofascista.
«Con quest’azione – ha sottolineato il movimento di estrema destra – #AzioneFrontaleGenova vuole ricordare a chi si crede eroe e vincitore, i loro crimini commessi a guerra finita. Sono solamente degli Assassini senza pietà che hanno aiutato e trucidato, insieme ai partigiani titini, milioni di italiani, gettandoli ancora vivi in cavità naturali sul carso, legati con un fil di ferro.
Vogliamo ricordare inoltre che i partigiani italiani a guerra finita rovesciavano sui binari dei treni il cibo e il latte diretto alle famiglie italiane in Istria e Dalmazia. Oppure prendere come esempio le barbarie compiute su una bambina di nome #GiuseppinaGhersi violentata, trucidata e abbandonata davanti ad un cimitero e anche coloro che come lei fecero la stessa fine».
«Chiunque compia un gesto simile, sopratutto a guerra finita – conclude Azione frontale – è solo un criminale assassino».
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