Caso Gregoretti, il Senato ha deciso: via libera definitivo al processo per Salvini. Il leader della Lega: «Rifarei tutto»
È andata come previsto: sulla vicenda della nave Gregoretti l’aula del Senato ha detto sì all’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini. La votazione a palazzo Madama si è conclusa alle 19. Con 76 voti favorevoli, 152 contrari e nessun astenuto, l’Aula ha respinto l’ordine del giorno presentato da Forza Italia e Fratelli d’Italia che chiedevano di negare l’autorizzazione all’ex ministro dell’Interno, richiesta dal tribunale dei ministri. La Lega non ha partecipato al voto, uscendo dall’Aula.
L’esito però era noto da ore, la maggioranza è stata infatti superata già poco dopo le 15. A palazzo Madama si è concluso poco prima delle 14 il dibattito prima del voto sul destino processuale e sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, accusato di sequestro di persona aggravato per aver impedito per più di tre giorni lo sbarco di 131 persone tratte in salvo nel Mediterraneo centrale dalla nave della Marina militare Gregoretti. Momenti di tensione si sono registrati in aula al termine dell’intervento di Salvini.
«La difesa della patria è un sacro dovere, ritengo di averla difesa. Non chiedo un premio per questo ma se ci deve essere un processo che ci sia», dice Salvini nel suo intervento. «Sarete sconfitti dalla storia», dice ancora alla maggioranza. E cita Indro Montanelli: «Combattete le vostre battaglie. Magari ne perderete ma vincerete la battaglia davanti allo specchio ogni mattina».
La diretta del Senato
C’è tempo fino alle 19 per votare ma la maggioranza è stata già superata: L’aula del Senato ha di fatto accolto la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per il caso Gregoretti, bocciando l’ordine del giorno presentato da Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il documento chiedeva di dire ‘no’ al processo all’ex ministro dell’Interno e quindi di ribaltare il voto della Giunta delle immunità il 20 gennaio scorso. La Lega non ha partecipato al voto uscendo dall’Aula.
Momento di tensione nell’Aula del Senato durante le dichiarazioni di voto sul caso Gregoretti. Un senatore della Lega, William De Vecchis, e uno del Movimento 5 Stelle sono quasi venuti alle mani, separati dal senatore questore Antonio De Poli. «Fascista!», si è sentito gridare. Il fatto è avvenuto ai piedi del settore occupato dai senatori della Lega. La presidente Elisabetta Alberti Casellati ha chiesto silenzio per consentire agli oratori di intervenire.
OPEN/Angela Gennaro | Momenti di tensione in aula
Salvini termina così l’intervento, che chiude anche la discussione generale. La presidente Casellati comunica all’aula che é stato presentato l’odg a firma Bernini, Ciriani e altri con cui si propone il diniego all’autorizzazione a procedere per Salvini. L’aula voterà nel pomeriggio, fino alle 19.
«C’è bisogno di una cavia? Eccomi. L’unica mia preoccupazione non è per me, mi spiace per i miei figli che domani leggeranno sul giornale..», prosegue Salvini.
OPEN/Angela Gennaro | L’intervento di Matteo Salvini entra in aula
«Chi borbotta contro di me non ha ricevuto, come me, un messaggio oggi con scritto: ‘Forza papà!’. Allora lei taccia! Taccia per rispetto per mio figlio non per me. Portate rispetto a due ragazzi che vanno a scuola e non rispondono delle accuse al padre», dice ancora il leader della Lega, contro chi ha criticato le sue parole sulla preoccupazione solo per i suoi figli.
«Sarete sconfitti dalla storia, dice ancora Salvini all’opposizione. E cita Indro Montanelli: Combattete le vostre battaglie. Magari ne perderete ma vincerete la battaglia davanti allo specchio ogni mattina», Salvini termina così l’intervento, che chiude anche la discussione generale. La presidente Casellati comunica all’aula che é stato presentato l’odg a firma Bernini, Ciriani e altri con cui si propone il diniego all’autorizzazione a procedere per Salvini. L’aula voterà nel pomeriggio
«Se c’è qualcuno che scappa oggi non è tra la Lega ma tra i banchi del governo». Così il leader della Lega Matteo Salvini, intervenendo nell’aula del Senato sul caso Gregoretti e provocando con le sue parole la reazione della maggioranza. La presidente del Senato Elisabetta Casellati, più volte sollecitata dai banchi della maggioranza, ricorda: La presenza del governo, in questo caso, non era prevista. E, rivolta al Pd aggiunge: «Non ci sono tifoserie», mentre dai banchi dei Dem qualcuno urla a Salvini «Studia!».
OPEN/Angela Gennaro | Bagarre durante l’intervento di Matteo Salvini
OPEN/Angela Gennaro | In tribuna, ad assistere all’intervento di Salvini al Senato, c’è anche Giorgia Meloni (deputata alla Camera) per «esprimere solidarietà» all’ex ministro
Come anticipato, dopo l’intervento di Giulia Bongiorno, Matteo Salvini dichiara di fronte alle telecamere in Sala Postelgari al Senato. «Ho scelto io contro il mio quieto vivere di andare davanti a un tribunale – ha detto Salvini ai giornalisti, a margine della discussione al Senato – Orgoglioso di aver salvato migliaia di vite umane», dice l’ex ministro ai giornalisti.
OPEN/Angela Gennaro | La dichiarazione di Matteo Salvini ai giornalisti
Prende la parola la senatrice Giulia Bongiorno. «Attenzione a non abdicare al mostro dovere. Chi di noi sceglie di votare no al processo usa una sorta di stratagemma. Fa in modo che Salvini fugga dal processo. Se ragionate così trasformate noi senatori in azzeccagarbugli. A Salvini dico: non si faccia provocare. Nessuno qui può scavalcare i giudici. Da un lato ora c’è un ministro e dall’altro il potere giudiziario: e un giudice terzo. Ora siamo noi i giudici».
«”Noi della presidenza del Consiglio abbiamo lavorato per ricollocare e consentire poi lo sbarco”. Sono le parole del presidente del Consiglio, l’avvocato Conte. Sono queste le sue parole».
De Falco sfida Salvini: «rinunciasse alla sua immunità», dice il senatore del gruppo Misto rivolgendosi all’ex ministro.
OPEN/Angela Gennaro | La chiusura dell’intervento del senatore Gregorio De Falco
OPEN/Angela Gennaro | In aula interviene il senatore Gregorio De Falco
«Oggi il Senato decide se Matteo Salvini deve essere processato. L’esito del voto è ovviamente scontato – scrive su Facebook il governatore della Lombardia, Attilio Fontana – Quello che stupisce e lascia increduli è come si sia arrivati fin qui, tra l’ipocrisia del premier Conte e di chi oggi nega l’evidenza». Per Fontana, «Matteo come sempre, a testa alta e con la schiena dritta, dimostrerà di aver agito nel giusto e con un solo interesse: il bene degli italiani».
Giulia Bongiorno parlerà in aula verso le 11:30-12. Matteo Salvini in aula verso le 13. L’ex ministro incontra la stampa per brevi dichiarazioni in sala postergali al Senato verso le 12, al termine dell’intervento in aula della Bongiorno
«Siamo fuori testo e fuori contesto quando si dice ‘Salvini come Trump‘. Il nostro compito è semplicemente applicare la Costituzione. Non dobbiamo sostituirci al Tribunale di Catania. E poi, qui non si discute la linea politica sulla immigrazione», dice Emma Bonino nell’Aula del Senato intervenendo sul caso Gregoretti.
«Per negare l’autorizzazione a procedere si deve motivare che l’inquisito abbia agito a tutela di un interesse dello Stato o per il perseguimento di un preminente interesse pubblico. E la motivazione non può essere meramente politica ma deve indicare quale sia l’interesse pubblico da tutelare».
«Chi vuole negare l’autorizzazione con le sue motivazioni sfida il ridicolo: l’integrità dello Stato sarebbe stata minacciata da una nave militare italiana con a bordo un centinaio di naufraghi?», sottolinea Bonino, aggiungendo che «marinai italiani e profughi sono stati usati come strumento di pressione politica all’esterno. Per questo voterò perché si accordi l’autorizzazione a procedere su Salvini: ha tutta la possibilità di difendersi nel processo come tutti gli italiani»
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
In aula arriva anche Matteo Renzi.
OPEN/Angela Gennaro | Matteo Renzi entra in aula
«È come se avessero coinvolto D’Alema per bombardamento Serbia. Siamo di fronte a un pericolosissimo precedente: chiunque in futuro si potrebbe trovare nelle condizioni del ministro Salvini», tuona Fiammetta Modena, senatrice di Forza Italia, intervenendo in Aula al Senato. «È come se il tribunale dei ministri avesse chiamato in causa D’Alema quando ha bombardato la Serbia, come se avesse chiamato Terzi e Monti per aver abbandonato i marò in India, come se avesse chiamato Maroni per i respingimenti. Il campo di gioco scelto da questo Tribunale – sottolinea Modena – è pericoloso e inaccettabile».
Stefani conclude il suo intervento. Si apre la discussione, la prima iscritta a parlare è Daniela Santanché: «Oggi dobbiamo capire come mai il caso Gregoretti sarebbe diverso da quello Diciotti. Conte è lo stesso presidente del Consiglio di allora e ora. Il ministro Di Maio allora usava quasi il suo corpo come scudo per difendere Salvini… Poi improvvisamente tutto questo è cambiato e Salvini diventa improvvisamente un sequestratore di persone e di bambini. Su sta usando l’istituzione del Senato per vendette politiche».
OPEN/Angela Gennaro | Matteo Salvini al termine dell’intervento di Erika Stefani
«È chiaro il coinvolgimento di tutto il governo», prosegue nel frattempo Erika Stefani nella sua relazione. «Non è stata registrata alcuna presa di posizione contraria». A sostegno della sua tesi, Stefani ha illustrato all’Assemblea di Palazzo Madama il contenuto di diverse comunicazioni via email tra diplomatici in servizio a Palazzo Chigi e alla Farnesina.
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
«È evidente che meccanismi di ricollocamento dei migranti non erano operativi alla data del 26 luglio 2019 e che si stava elaborando un percorso per la loro redistribuzione. Quindi serviva il mero tempo tecnico perché si procedesse allo sbarco», dice la senatrice della Lega Erika Stefani, relatrice sul caso Gregoretti, ricordando il contenuto di alcune mail citate anche nella memoria difensiva di Matteo Salvini tra rappresentanti del governo, prima dello sbarco delle persone, ferme dal 27 al 31 luglio prima di sbarcare al porto di Augusta.
«Pronto per intervenire in Senato, a testa alta e con la coscienza pulita di chi ha difeso la sua terra e la sua gente. ‘Se un uomo non è disposto a lottare per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale
nulla lui’», scrive su Twitter il leader della Lega.
Per la leghista Erika Stefani «la mancanza di una delibera del consiglio dei ministri sottolinea un’implicita ed esplicita condivisione del governo tutto dell’azione del ministro dell’Interno. Altrimenti sarebbe stato convocato un consiglio dei ministri».
«La linea del governo in materia di sbarchi è stata più volte esplicitata, già a partire dal caso Diciotti, che è stata la prima fattispecie che ha posto la questione. E comunque non era necessaria un’informativa governativa per ogni sbarco». Così in Aula la senatrice della Lega Erika Stefani, relatrice sul caso Gregoretti, ripercorrendo la fase precedente al voto sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, nella Giunta delle immunità del Senato.
Salvini entra in aula a palazzo Madama. Uscendo dagli uffici del gruppo della Lega al Senato per andare in Aula, l’ex ministro ha incrociato Giulia Bongiorno che stava lasciando il Senato: «Vado in Cassazione e poi ci vediamo», ha detto l’ex legale di Giulio Andreotti, salutando il segretario federale.
OPEN/Angela Gennaro | Matteo Salvini entra in aula
Banchi del governo vuoti nell’Aula del Senato all’inizio dell’esame della richiesta di arresto per Matteo Salvini, che si trova al momento negli uffici del gruppo della Lega del Senato e non è presente in Aula a inizio seduta. L’emiciclo di Palazzo Madama è abbastanza pieno.
La leghista Erika Stefani comincia a leggere la relazione della giunta delle immunità.
Il leader del Carroccio aveva rilanciato. «Domani c’è una maggioranza Pd-M5s-Iv che vuole mandarmi a processo. Noi non ci opponiamo», aveva detto da Venezia.
In copertina ANSA/Riccardo Antimiani | Il leader della Lega Matteo Salvini (D) con la collega di partito Giulia Bongiorno (S) durante il dibattito sul caso Gregoretti nell’Aula di Palazzo Madama, Senato della Repubblica, Roma, 12 febbraio 2020.
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