Egitto, la testimonianza di un amico di Zaki: «Sono stato picchiato, bendato e legato»
Sono centinaia i Patrick e le Patrick d’Egitto, che senza motivi apparenti (o sufficienti) vengono presi dalle autorità del regime di al Sisi, arrestati e interrogati. E non è raro che gli interrogatori si trasformino in torture. L’ultima testimonianza è stata rilasciata all’Ansa da Amr, un amico di Patrick George Zaki, lo studente arrestato venerdì 7 febbraio al Cairo e tuttora detenuto. Amr è in prima fila tra coloro che in tutta Europa ne stanno chiedendo la liberazione. Amr è un cittadino egiziano di 29 anni che vive e lavora a Berlino da qualche anno. «Sono stato rapito dalle forze di sicurezza statali in Egitto», ha dichiarato, «e interrogato per 35 ore». Non ha subito elettroshock ma è stato «picchiato, bendato e legato». «Mi hanno privato del sonno e hanno cercato di distorcere il tempo – ha testimoniato – e assolutamente sì, c’è il timore di essere spiati e controllati dalle forze di sicurezza egiziane anche all’estero». «Ci sono state tante storie su questo in passato», ha aggiunto Amr. «Una volta ho incontrato un ricercatore che stava scrivendo una tesi di master proprio su questo argomento».
L’intervento di Sassoli
Intanto, il presidente del Parlamento europeo, l’italiano David Sassoli, ha dichiarato durante una conferenza stampa a Strasburgo che Zaki deve essere «immediatamente rilasciato e restituito all’affetto dei suoi cari». Sassoli ha aggiunto di avere sollevato la questione con l’alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell, e che il caso sarà discusso al prossimo Consiglio Affari esteri in programma per lunedì. «Secondo Amnesty International, Zaki è stato interrogato, picchiato e torturato per 17 ore – ha detto Sassoli – ora è in stato di fermo da parte delle autorità egiziane. Voglio ricordare alle autorità egiziane che l’Ue condiziona i suoi rapporti con i Paesi terzi al rispetto dei diritti umani e civili, come ribadiamo in tutte le nostre risoluzioni. Chiedo che Patrick Zaki venga immediatamente rilasciato e restituito agli affetti dei suoi cari e ai suoi studi: ne ho parlato con l’Alto Rappresentante Josep Borrell e mi ha assicurato che solleverà la questione al prossimo Consiglio previsto lunedì prossimo a Bruxelles».
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