Iraq, una marea femminista scende in piazza contro i divieti di al Sadr – Le foto
Centinaia di donne irachene si sono unite alle proteste popolari anti-governative di oggi 13 febbraio per manifestare contro gli inviti alla segregazione di genere lanciati nei giorni scorsi dal leader religioso e politico sciita Moqtada al Sadr. Al Sadr aveva criticato la presenza «promiscua» delle donne accanto agli uomini nei cortei definendola offensiva per la morale pubblica e dei principi religiosi. Al Sadr aveva chiesto di tenere separati gli uomini dalle donne durante i sit-in.
Le manifestanti e i manifestanti si sono invece riuniti insieme a Baghdad, a piazza Tahrir, e anche in altre città come Nassiriya e Mosul, dopo che nel corso della settimana l’indicazione formulata da al Sadr sulla sua pagina Twitter era stata presa di mira sui social. Gli utenti si erano fotografati con abiti femminili per contrastare il messaggio di uno degli uomini più potenti del Paese.
Sadr – che sostiene il premier incaricato Muhammad Allawi e che guida il più numeroso gruppo parlamentare iracheno – aveva invitato i suoi seguaci a una manifestazione di piazza a Baghdad domani, venerdì 14 febbraio, giorno della preghiera comunitaria islamica. La scorsa settimana almeno 7 persone sono morte e 120 sono rimaste ferite negli scontri a Najaf tra i sostenitori di al Sadr e i manifestanti antigovernativi. Le proteste in Iraq vanno avanti dal primo ottobre e, oltre alla morte di almeno 500 persone a causa delle repressioni, hanno portato alle dimissioni del premier Abdul Mahdi.
Le foto della manifestazione
«Oggi una marea femminista ha attraversato le strade di Baghdad, Basra, Nassiria, Kerbala», scrive su Facebook l’organizzazione umanitaria Un ponte per. «Nell’Iraq in rivolta da ottobre, che rivendica diritti e libertà, le donne hanno organizzato una grande manifestazione femminista per reclamare il loro ruolo, riaffermare il loro protagonismo, urlare forte la propria opposizione a discriminazioni e segregazione di genere». «E ricordare che se un popolo è oppresso, le donne lo sono sempre due volte», continua il post. «Ma se un popolo si rivolta, le donne lo fanno sempre due volte».
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