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Sondaggio Demos: la Lega in calo, Meloni raggiunge i 5 Stelle che perdono ancora terreno. Il Pd è oltre il 20%

15 Febbraio 2020 - 07:43 Redazione
Sembrerebbe che il crollo di Forza Italia si sia assestato a cifre poco superiori al 6%. Anche Italia Viva non cresce quanto sperato a ottobre dal suo fondatore

Bisogna andare indietro di quasi due anni, nei mesi successivi alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, per assistere a un distacco non così incolmabile tra Lega e Partito democratico. Si tratta di sondaggi, vero, ma gli 8,6 punti percentuali che separano il partito di Matteo Salvini da quello di Nicola Zingaretti sono una notizia. Anche perché, se la Lega continua a erodere il suo consenso in maniera lenta, ma costante, da luglio 2019, il Pd ha dimostrato di non essere un partito finito: l’esempio più brillante è stato la vittoria di Stefano Bonaccini in Emilia-Romagna.

Da pagina 6 di Repubblica del 15 febbraio 2020

Nella rilevazione bimestrale di Demos per Repubblica, nel mese di febbraio 2020 la Lega si conferma primo partito italiano con il 29,2% dei consensi (-0,3% rispetto a dicembre 2019). Il Pd, invece, fa un balzo in avanti arrivando al 20,6% (+1,9% in due mesi). Fracasso per il Movimento 5 stelle: tra l’anno nuovo e quello vecchio il partito più rappresentato in Parlamento ha perso 3,7 punti percentuali. Adesso si trova al 14,4%, tallonato da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, arrivato al 13,1% avendo guadagnato, da dicembre 2019, un +1,8%.

La parabola discendente del partito di Silvio Berlusconi sembra intanto essersi fermata: Forza Italia, negli ultimi quattro mesi, è rimasta stabile poco sopra i sei punti percentuali. A febbraio 2020, il consenso rilevato è al 6,2%. Stesso discorso per Italia Viva: il partito di Renzi, dalla sua fondazione a ottobre 2019, non è mai arrivato al 4% nei sondaggi di Demos. I renziani, con il loro 3,9% di consensi (+0,4% rispetto a dicembre 2019) sono comunque il partito che sta giocando la parte più forte nel governo Conte due: i loro malumori sono la minaccia più concreta alla caduta anticipata dell’esecutivo.

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