Milano, la notte delle bacchette: è arrivato il momento di aiutare (davvero) la comunità cinese
Da quando è scoppiata la psicosi da Coronavirus, i ristoranti cinesi hanno visto calare del 50% i loro fatturati. Senza motivo e all’improvviso prenotazioni disdette, locali semivuoti persino il fine settimana e battutine fastidiose da parte di clienti disinformati, come ha raccontato a Open Simon Hu, responsabile di un ristorante a Milano, costretto a chiudere (temporaneamente) per psicosi da coronavirus.
«Un calcio alla diffidenza, alla discriminazione e alle paure»
Ora, per dare «un calcio alla diffidenza, alla discriminazione e alle paure», arriva “La notte delle bacchette”, ovvero una serata di solidarietà gastronomica d’oriente programmata per il 20 febbraio 2020 a Milano.
Ristoranti, sale da tè, enoteche, gastronomie, tutti insieme per una serata all’insegna della solidarietà: il cliente non dovrà far altro che decidere dove andare a mangiare, tra i tanti locali che hanno già aderito (o che lo faranno nei prossimi giorni) all’iniziativa per sostenere la comunità cinese.
Nello specifico «ogni locale offrirà un piatto solidale e devolverà il 50% della vendita di questo piatto per sostenere i progetti di AiBi Amici dei Bambini, che da settimane raccoglie donazioni e materiale per aiutare a gestire l’emergenza sanitaria negli orfanotrofi in Cina», duramente colpiti dagli effetti del coronavirus.
Hanno aderito 50 locali
«Un’idea – spiega Francesco Wu, che rappresenta le imprese straniere nel direttivo della Camera di Commercio – per rilanciare i ristoranti orientali a Milano colpiti dalla psicosi da coronavirus». Non solo ristoranti in via Paolo Sarpi, nel cuore di Chinatown a Milano, ma in ogni parte della città.
Tra gli organizzatori, oltre a Wu, figurano anche Selvaggia Lucarelli e il compagno Lorenzo Biagiarelli. Ad oggi hanno aderito più di 50 locali.
Psicosi da coronavirus
Un calo che non riguarda solo le attività gestite da cittadini cinesi a Milano ma anche in tutte le altre città d’Italia, da Roma a Catania. In quest’ultimo caso, come documentato da Open, sono stati diffusi messaggi audio su WhatsApp che invitavano i clienti a non recarsi in un noto centro commerciale cinese perché« la proprietaria aveva il coronavirus».
Fake news che rischiano di distruggere centinaia di attività commerciali in tutta Italia e che sono frutto di ignoranza, disinformazione e allarmismo ingiustificato.
Per questo è arrivato il momento di fare la nostra parte e, dunque, di dare… un colpo di bacchette!
Foto in copertina ANSA/Paolo Salmoirago | Il manifesto ‘Il nemico è il virus non le persone’ voluto dal Formapro Centro Studi e apparso in Via Paolo Sarpi in segno di solidarietà con la comunità cinese, Milano, 5 febbraio 2020.
Video di Open: nel primo reportage da Chinatown a Milano; nel secondo la denuncia di un ristorante cinese; nel terzo la storia di una coppia, lei cinese, lui italiano; nel quarto un grave caso di psicosi da coronavirus a Catania
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