Di Maio incontra Lavrov: sul tavolo la crisi libica e i rapporti commerciali Italia-Russia
Oggi, 18 febbraio, a Roma il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e quello della Difesa Lorenzo Guerini incontreranno i loro omologhi russi Sergej Lavrov e Sergej Shoygu per un bilaterale sui temi più caldi dell’agenda internazionale: sul tavolo la crisi libica, ma anche i rapporti commerciali fra il nostro Paese e la federazione russa. Ieri, in un’intervista al quotidiano La Stampa, Lavrov aveva lungamente affrontato il tema delle conseguenze per l’Italia delle sanzioni commerciali alla Russia: «Lo scambio commerciale bilaterale (fra Italia e Russia, ndr) si è quasi dimezzato: dai 53,8 miliardi di dollari del 2013 ai 26,9 miliardi del 2018. Secondo le stime esistenti, i produttori italiani hanno registrato una perdita complessiva di circa 2 miliardi di dollari».
Le relazioni commerciali Italia-Russia
«Sappiamo che in Italia sono sempre più numerose le voci a favore di un ritorno al precedente livello delle relazioni bilaterali – ha continuato Lavrov – Si esprime interesse per la costruzione di un dialogo Russia-Ue su una base pragmatica, reciprocamente vantaggiosa e non conflittuale. Naturalmente, è un fenomeno che salutiamo con soddisfazione. L’attuale situazione preoccupa molto gli imprenditori italiani che sono fermamente intenzionati a proseguire il lavoro nel nostro Paese. Per parte nostra siamo disponibili a prestare sostegno alle vostre aziende nella transizione da fornitura al mercato russo di prodotti a marchio “made in Italy” alla cooperazione produttiva sul principio del “made with Italy”, con particolare attenzione alla localizzazione della produzione in Russia». Insomma, le premessa è quella di un’apertura della Federazione russa all’export italiano a fronte di un atteggiamento maggiormente comprensivo dell’Italia sulle sanzioni in seno alla Ue. Premesse non così incomprensibili visto che l’incontro di Roma si svolgerà nell’ambito delle aperture arrivate nei confronti di Mosca da parte del presidente francese Emmanuel Macron a conclusione della conferenza di Monaco del 16 febbraio.
Il contesto: l’apertura di Macron sulle sanzioni
Macron ha spiegato che l’Europa deve impegnarsi nuovamente in un «dialogo strategico» con la Russia: se ha premesso che non proporrà la fine della sanzioni, ha però sottolineato che l’embargo non ha «cambiato assolutamente nulla nel comportamento della Russia». Per il presidente francese inoltre, con riferimento ai Paesi della Ue, «noi non possiamo più essere il partner di minoranza degli Stati Uniti». Il ministro Lavrov ha dimostrato di apprezzare la posizione di Macron. Per lui le parole del leader di En Marche mostrano «vera saggezza politica e geopolitica, pragmatismo e il desiderio di mantenere il dialogo. Ciò è emerso insieme a tutte le riserve, che il presidente Macron ha fatto riguardo alle sanzioni e alla Russia in generale. Ma ha chiesto di accettare la realtà: la Russia esiste, la Russia influenza molti processi in atto nel mondo ed è vicina all’Europa».
La crisi libica
Lavrov chiarisce poi che sul tavolo dell’incontro con Di Maio ci saranno «questioni internazionali urgenti come la stabilità strategica e il controllo degli armamenti, le relazioni Russia-Nato e la situazione in Medio Oriente, comprese Siria e Libia». L’Italia cerca quindi, con la mediazione russa, di ritrovare una centralità soprattutto per quanto riguarda il conflitto libico, dopo la conferenza di Berlino dove il nostro Paese ha dimostrato la propria debolezza (rappresentata plasticamente dal video del premier Conte che non trova spazio in prima fila nella tradizionale foto di rito). Nelle ultime settimane Di Maio è stato molto attivo: il dodici febbraio ha incontrato a Tripoli, a sopresa, il premier libico Fayez al-Sarraj e il ministro dell’Interno del Gna, Fathi Bashaga. Di Maio, quell’occasione, aveva rivendicato il ruolo del nostro Paese nella soluzione della crisi: «L’Italia sarà determinante in ogni scelta europea – aveva dichiarato – Nessuno come noi conosce la Libia, nessuno come l’Italia ce l’ha a poche centinaia di chilometri dalle proprie coste. C’è un rischio terrorismo che non possiamo sottovalutare, Paesi che ignorano la pace e che continuano ad armare le parti sul terreno. Non possiamo accettarlo».
Di Maio si gioca la carta della mediazione
Di Maio nel bilaterale odierno di Villa Madama ha la possibilità di giocarsi il ruolo di mediatore, attraverso la Russia che nel conflitto libico parteggia per Haftar, visti i suoi ristabiliti rapporti con Al-Serraj. Non è da escludere che il nostro ministro degli Esteri possa approfittare dell’incontro per cercare un appoggio della Russia nel caso di Patrick Zaki, lo studente incarcerato in Egitto, viste le ottime relazioni (soprattutto commerciali) fra la Federazione russa e il paese guidato da al-Sisi.
Il precedente incontro
Di Maio e Lavrov si erano già incontrati nella Capitale lo scorso 6 dicembre. Il ministro degli Esteri in quell’occasione era stato molto chiaro sulla posizione italiana sulle sanzioni alla Russia: «L’Italia si muove nel solco dell’Ue ma – ha aveva spiegato il titolare della Farnesina – vogliamo promuovere una riflessione politica in sede Ue che preveda gli effetti sulle nostre aziende delle sanzioni e contro sanzioni russe. Nello stesso tempo servono anche passi avanti sull’accordo di Minsk, fondamentale per riuscire a scongelare la situazione». Di Maio in quell’occasione aveva utilizzato parole molto simili a quelle di queste ore di Lavrov sul ruolo dell’Onu per la soluzione della crisi libica: «Solo il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha fatto eco all’ex capo politico del Movimento 5 Stelle il ministro degli Esteri russo – può fornire garanzie universali. Per parte nostra, intendiamo lavorare in questa direzione».
Portavoce Merkel: ruolo importante dell’Italia
Il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, in conferenza stampa a Berlino ha informato che il fatto che la guida del Committee dei follow-up della Libia sia passata a Roma «dimostra che ruolo importante e costruttivo abbia giocato l’Italia in questo processo». Il titolare della Farnesina arriverà all’incontro con il suo omologo russo avendo quindi incassato questo riconoscimento. Il ministro Di Maio durante il Consiglio Ue a Bruxelles, sempre a proposito di Libia, ha invece chiarito che «la missione Sophia non bastava a bloccare l’ingresso delle armi. E non può più esistere. E non esiste più». Il capo della diplomazia italiana ha poi rilanciato la nuova missione proposta dal Consiglio: «sarà una missione di sorveglianza e blocco delle armi».
In copertina ANSA | Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il suo omologo russo Sergej Lavrov durante il loro incontro dello scorso 6 dicembre – ANSA
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