Turchia, mandati d’arresto per 766 presunti “gulenisti”
Nuove maxi-retate in Turchia contro sospetti affiliati alla rete di Fethullah Gülen, che Ankara accusa di aver orchestrato il fallito colpo di stato del 15 luglio 2016. Diverse procure in tutto il Paese hanno emesso almeno 766 mandati d’arresto. Secondo l’agenzia stampa turca Anadolu gli arresti riguardano infiltrati nell’esercito, nelle forze di polizia e nel ministero della Giustizia.
Sono in tutto 43 le diverse province coinvolte nella maxi retata. Nella sola capitale Ankara, da cui è partita l’operazione principale, la procura ha preso di mira 467 persone accusate di aver truccato gli esami del 2009 per gli agenti di polizia, che permettevano l’accesso alla posizione di vice-commissario. Le domande sarebbero state rese note in anticipo per favorire l’infiltrazione tra i vertici della polizia di agenti legati a Gülen.
I raid sono in corso in tutto il Paese, da Smirne sulla costa egea ad Adana su quella mediterranea. Tra i ricercati ci sono anche decine di militari tuttora in servizio. Dal fallito colpo di Stato del luglio 2016, decine di migliaia di persone sono state arrestate e oltre 140 mila licenziate o sospese dalle pubbliche amministrazioni in quelle che sono considerate le più grandi purghe della storia contemporanea della Turchia.