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Come stiamo vincendo la guerra contro il coronavirus: tutte le nuove armi a disposizione

20 Febbraio 2020 - 06:56 Juanne Pili
Forse non è lontano il giorno in cui sconfiggeremo il virus venuto dalla Cina

Mentre viene sviluppato un modello in 3D delle proteine che permettono al nuovo coronavirus (SARS-CoV2) di penetrare nelle cellule e moltiplicarsi, in Cina si sperimentano nuove terapie, e grazie alle drastiche misure di sicurezza adottate dal regime di Pechino, il numero dei convalescenti comincia a superare quello dei nuovi casi di contagio. 

Tutto questo sembra stridere con l’immagine che si è creata nell’opinione pubblica dell’emergenza sanitaria, in particolare fuori dalla Cina, nonostante il virus abbia colpito in pochi casi, relativamente a quanti vengono registrati da Pechino.

Se presto vedremo la luce fuori dal tunnel – probabilmente ben prima che si trovi un vaccino – questo dipenderà anche dalle misure messe in campo dalle Istituzioni sanitarie in cui SARS-CoV2 ha colpito.

Nuove armi 3D per “conoscere il nemico”

L’Università di Austin in Texas ha prodotto in collaborazione con l’Istituto americano per la ricerca sulle malattie infettive (Niaid) e il National Institutes of Health (Nih), un modello 3D della struttura molecolare usata dal SARS-CoV2 per insinuarsi nelle cellule umane. Parliamo della glicoproteina «CoV spike (S)».

Si tratta di un genere di proteine permettono al virus di penetrare nelle cellule per moltiplicarsi. Questo traguardo è stato raggiunto dal team guidato da Jason McLellan, formato anche da Daniel Wrapp e Nianshuang Wang. Si tratta di un passo avanti ulteriore per studiare nuovi farmaci antivirali e arrivare un giorno a produrre un vaccino.

In un certo senso è come se dei fabbri usassero un modello 3D di una serratura, per capire meglio che tipo di chiave produrre, in modo da aprire la “porta” del coronavirus. Abbiamo inoltre a disposizione un database pubblico di “chiavi”  – ovvero farmaci – che funzionano contro la Sars, da cui attingere per studiare nuovi trattamenti per il SARS-CoV2.

Il controverso ruolo del regime cinese

Intanto molto può essere fatto dal punto di vista del contenimento dell’epidemia, impedendo che diventi una pandemia. Il governo di Pechino ha molto probabilmente giocato un ruolo nel nascondere informazioni importanti sull’entità dell’emergenza.

Le conseguenze sono state un boomerang, ispirando anche teorie di complotto riguardo a un “virus ingegnerizzato”, nell’ambito di un piano di guerra biologica sfuggito di mano. Tutte tesi prive di fondamento.  

Tuttavia, proprio la natura autoritaria del regime cinese ha permesso di adottare misure drastiche, le quali in un paese democratico difficilmente potrebbero essere attuate, giustamente: perché violerebbero non pochi diritti. Dobbiamo comunque tenerlo presente, visto che sta impedendo a questa epidemia di trasformarsi in pandemia.

Una corretta informazione, attraverso la buona comunicazione

Del resto oltre alla disinformazione dilagante assistiamo anche a una sorta di psicosi fuori dalla Cina, al netto della doverosa prudenza da parte degli addetti ai lavori, non si fa altro che aumentare la confusione nei cittadini. Qualcuno pensa ancora che le mascherine possano servire a qualcosa? Sono utili certo: solo per chi è già malato, per evitare di contagiare gli altri.  

Dunque, la prima arma contro il coronavirus è sapere di che genere di emergenza si tratta, contestualizzando, senza allarmismi ingiustificati.

L’associazione di luminari Patto trasversale per la scienza, ha recentemente pubblicato un comunicato dove elenca cinque punti chiave, basati sulle evidenze scientifiche a disposizione, auspicando che ispirino anche le Istituzioni competenti nella loro comunicazione:

«1. L’epidemia causata dal nuovo coronavirus, battezzato SARS-CoV-2, è in continuo divenire e così anche le nostre conoscenze in proposito;

2. Al momento, i dati ufficiali ci inducono a considerare una letalità della COVID19 significativamente inferiore ad infezioni da altri Coronavirus (SARS e MERS);

3. Il ritmo di crescita, un indice che si chiama R0 e ci dice quante persone possono essere contagiate da un soggetto infetto, è confrontabile con quello di altri virus, come quello influenzale pandemico;

4. In questa situazione, riteniamo oltremodo corretto, da parte delle istituzioni sanitarie nazionali e sovranazionali, l’aver messo in atto ogni possibile strategia per la precoce identificazione dei pazienti infetti e il contenimento dell’epidemia. Infatti, indipendentemente dal tasso di letalità, è importante evitare che il nuovo Coronavirus diventi endemico a livello planetario. Occorre tuttavia notare come sarebbe più appropriato un atteggiamento continentale più in sintonia tra i diversi Stati europei;

5. Il livello elevato di attenzione da parte delle autorità sanitarie non giustifica, tuttavia, l’allarmismo nella popolazione italiana che si è registrato negli ultimi giorni. È invece importante sfruttare questo momento mediatico per istruire la popolazione generale su alcune buone pratiche di igiene che sappiamo già ora essere utili per prevenire la trasmissione di moltissimi patogeni, tra cui anche il SARS-CoV-2».

Intanto in Cina si sperimentano trattamenti promettenti, che si avvalgono del plasma dei pazienti convalescenti. Infine, il numero di guarigioni comincia finalmente a superare quello dei nuovi contagi, segno che forse ci siamo lasciati alle spalle scenari peggiori.

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Foto di copertina: Science | Il modello 3D della glicoproteina CoV spike (S).

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