Siria, Merkel e Macron chiamano Putin: «Fermi la guerra a Idlib»
La cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron, a seguito della crescente tensione nella Siria nord-occidentale tra forze turche e alleati locali e truppe governative sostenute dalla Russia, in serata hanno avuto un colloquio telefonico con il presidente russo Valdimir Putin. Merkel e Macron, esprimendo forte preoccupazione per la situazione umanitaria della popolazione della provincia siriana di Idilib, han richiesto al presidente russo un impegno per fermare al più presto gli scontri tra le truppe.
La cancelliera tedesca e il presidente francese si sono altresì resi disponibili a incontrare sia Putin sia il presidente turco Erdogan, nel tentativo di trovare una soluzione politica alla crisi siriana. Dal canto suo, la Russia, attraverso il Centro russo per la riconciliazione in Siria, sta continuando a sollecitare la Turchia affinché «smetta di fornire sostegno alle azioni dei terroristi e di consegnare loro le armi per evitare incidenti», denunciando come i terroristi abbiano più volte violato le difese dell’esercito siriano nella zona di Idlib, il tutto con l’aiuto dell’esercito turco.
Dal fronte opposto, il ministero della Difesa di Ankara ha denunciato la morte di due soldati turchi e il ferimento di altri 5 militari durante raid condotti dalle forze governative a Idilib. Al che le forze turche presenti nell’area hanno risposto all’offensiva, uccidendo più di 50 soldati afferenti all’esercito di Bashar al Assad.
Leggi anche:
- Coronavirus, anche la cancelliera Merkel fa spesa al supermercato dietro casa
- Siria: l’inferno di Idlib. Tre milioni di persone schiacciate dai giochi di Ankara, Mosca e Damasco
- Siria, parla il padre che fa ridere la figlia al suono delle bombe: «Quando crescerà non potrò più nasconderle la verità»
- Siria, catastrofe umanitaria a Idlib: mezzo milione di bambini sfollati
- Siria, raid aerei su scuole e rifugi degli sfollati: si contano 25 morti
- Siria, accolti in Turchia il padre e la bambina che “ridevano sotto le bombe”