Coronavirus. La falsa email firmata dal Ministero della Salute ucraino e il pericolo di sicurezza informatica
Qualcuno in Ucraina ha cercato ed è riuscito a diffondere il panico sul coronavirus attraverso una email. Per farlo è stata inviata alle testate giornalistiche ucraine facendo credere che sia stata scritta dal Ministero della Salute nella speranza che diffondessero a loro volta la falsa notizia. Ci potrebbe essere molto di più, nel frattempo il ministro Zoryana Skaletska aveva denunciato il fatto sulla sua pagina Facebook:
L’email non è collegata direttamente al caso dell’aereo atterrato il 20 febbraio 2020 con i 72 passeggeri provenienti da Wuhan, tutti negativi ai test sul nuovo coronavirus, e la successiva aggressione da parte dei concittadini ucraini. Infatti, il messaggio voleva far credere che ci fossero dei casi già confermati in tre città chiave.
La falsa email
Ecco l’email con la traduzione gentilmente fornita a Open:
Secondo quanto accertato in questo momento in Ucraina ci sono 5 casi confermati di covid-19 (Kiev 2, Lvov 2, Charkiv 1). Nelle rispettive zone sono state avviate le commissioni locali per la gestione dell’epidemia e formulate le linee guida per affrontarla. Al fine di contrastare la diffusione della malattia inoltriamo le informazioni sul coronavirus in allegato. Siete pregati di allertare i vostri parenti e colleghi.
L’email riporta come mittente l’indirizzo info@moz.gov.ua che risulta effettivamente esistente nel sito del Ministero ucraino, rendendola di fatto attendibile. Il 20 febbraio 2020 lo stesso Ministero ha diffuso un comunicato smentendo il contenuto dell’email.
L’allegato
Un indizio importante per chi ha fiutato la falsa comunicazione la troviamo verso il finale dell’email, ossia lo strano invito a diffondere la comunicazione «a parenti e colleghi». Risultava strano, molto strano, che il ministero inviasse un allegato compresso (in formato .rar) quando le informazioni vengono rese pubbliche e facilmente consultabili da chiunque nel sito ufficiale.
Attraverso la già presente psicosi sul nuovo coronavirus la diffusione di una comunicazione di quel genere poteva senz’altro diventare virale e diffondersi attraverso altri canali digitali in tutto il paese. Ha senso, dunque, che i malviventi l’abbiano inviata appositamente alle redazioni dei siti di informazione ucraini, come è accaduto al caporedattore di Glavcom.ua. Si potrebbe parlare di solo procurato allarme? No, per il semplice fatto che l’allegato potrebbe contenere un malware utile a infettare i dispositivi di chi ne apre il contenuto mettendo a rischio il loro lavoro e la loro privacy.
Che ci serva da lezione ora che vengono riscontrati nuovi casi di coronavirus in Italia.
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