Coronavirus, Sala: «Consigliamo ai milanesi di ridurre la socialità»
Con l’aumento del numero dei contagi da Coronavirus in Lombardia, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha invitato «i milanesi non di stare in casa ma di limitare più possibile, di ridurre la socialità e avere norme igieniche». Al termine del tavolo in prefettura con il prefetto Renato Saccone dell’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera il primo cittadino ha detto di essere «in attesa di avere chiarimenti a livello nazionale».
In un successivo post sulla sua pagina Facebook, il sindaco di Milano ha poi risposto a chi chiedeva di chiudere gli uffici pubblici: «Stiamo seguendo questa crisi sanitaria con responsabilità, non sottovalutiamo niente, ma non vogliamo neppure fomentare allarmismi – scrive Sala -. Domani mattina ci vedremo di nuovo in Prefettura e verificheremo il da farsi. Se sarà il caso di prendere misure specifiche, lo faremo. Nel frattempo io sono qui a lavorare. A fare tutto quello che posso. Con serietà. E con spirito di collaborazione con le istituzioni che, più di me, conoscono le questioni relative alla gestione di questo virus».
Il comune di Milano ha inoltre deciso di rinviare il concorso pubblico che si sarebbe dovuto tenere il 25 e il 26 febbraio al Palalido Allianz Cloud con 3500 iscritti provenienti da tutta Italia.
Leggi anche:
- Coronavirus, il Cnr: «Basso rischio contagio. Fuori dal focolaio si può condurre una vita normale»
- Esclusivo – Ecco il testo del decreto d’emergenza sul coronavirus
- Coronavirus, Università chiuse in Veneto, a casa gli studenti del Basso Lodigiano. Scuole chiuse in 10 comuni della Lombardia
- L’Italia è prima in Occidente per numero di contagi da coronavirus. Superati anche gli Stati Uniti
- Coronavirus, tutte le notizie della notte: 76 casi in Italia, divieto di ingresso e uscita dal focolaio. 2442 i morti in Cina, quasi 77 mila i contagi
- «Tecnicamente è già una pandemia. Ma la sfida si gioca nei pronto soccorso, non ai confini» – L’intervista al virologo Lopalco
- Sala: dal Coronavirus danni incalcolabili, le agevolazioni fiscali non bastano