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Skullbreaker Challenge, un atto di bullismo che può uccidere. La verifica sui tre presunti casi di morte

22 Febbraio 2020 - 09:19 David Puente
Il «gioco» viene praticato e filmato da diversi giovani a partire dall'America del Sud, mentre i morti sono in dubbio

Il 20 febbraio 2020 la Polizia di Stato pubblica online un comunicato con delle linee guida utili per ragazzi e genitori in merito a questa pratica che circola sui social media chiamata «Skullbreaker Challenge» dove, attraverso un balletto, il malcapitato viene fatto cadere rovinosamente a terra rischiando danni molto gravi:

Da qualche giorno circolano in rete video allarmanti su una nuova “challenge” in cui due ragazzi affiancano un terzo e mentre questo salta, gli altri fanno uno sgambetto che determina la caduta violenta del malcapitato. Si tratta di un comportamento sbagliato e molto pericoloso: la mancanza improvvisa di appoggio mentre si salta comporta necessariamente una caduta senza controllo che può determinare lesioni anche gravissime come fratture di arti, svenimenti ed ematomi cerebrali.

La segnalazione del sito venezuelano giunta il 16 febbraio 2020.

Il «gioco» pare sia circolato tramite il social network Tik Tok ottenendo come risultati diversi imitatori, tra questi un caso italiano nel bergamasco. Una segnalazione mi era giunta il 16 febbraio 2020 con un articolo pubblicato dal sito venezuelano Donlengua.com che riporta al suo interno un tweet pubblicato dall’account Twitter di Revista Semana dove vengono mostrati alcuni video censurati con i minorenni che attuano la pratica pericolosa, denominata «reto rompe cráneo», nei confronti dei loro coetanei.

I due casi venezuelani

Il sito Donlengua.com riporta la vicenda, raccontata anche da media venezuelani come LaPatilla.com, di un giovane tredicenne di nome Kerlis che avrebbe subito danni al cranio nella zona occipitale.

Acn.com.ve | Tre fotogrammi di un caso avvenuto a Chacao nello Stato di Miranda. Nel video originale si sente l’orrendo scontro tra la testa del giovane e il pavimento.

L’atto di violenza è avvenuto il 12 febbraio 2020 presso il liceo Enrique Tejera della parrocchia Yagua nel municipio di Guacara, nello Stato di Carabobo. La conferma arriva dal sindaco della cittadina venezuelana, ma non risulta l’unico episodio: un altro è avvenuto a Chacao, nello Stato di Miranda, e sarebbe nata una seconda forma del «gioco» chiamata «rompe boca» dove si cerca di far cadere in avanti a testa in giù la vittima usando un telo o una sciarpa per farla inciampare.

Un’altra versione chiamata «rompe boca».

Non solo in Venezuela: il «gioco» è stato denunciato anche in Honduras, Nicaragua e a Miami, negli Stati Uniti.

LaPrensa.com.ni | Fotogrammi di un video che circola in Nicaragua.

Un presunto morto in Honduras

L’atto di bullismo, perché di questo si tratta, può causare gravi danni alla vittima designata e visto che non si scherza affatto con i colpi in testa è possibile che il gesto possa portare anche alla morte. Tali avvertenze vengono diffuse nei paesi latino americani attraverso le dichiarazioni degli esperti, come quelle di Ivan Estrada responsabile pediatrico dell’ospedale Mario Catarino Rivas:

Las consecuencias por un golpe de este tipo pueden ir desde una contusión cerebral hasta experimentar convulsiones, caer en coma y morir

In un articolo del 12 febbraio 2020 del quotidiano LaPrensa.com.ni si parla di un presunto episodio avvenuto in Honduras dove un giovane sarebbe morto a causa del «rompe craneo». L’articolo riporta la foto del giovane e il video che lo mostrerebbe mentre cade rovinosamente a terra:

Lamentablemente, por este peligroso juego se reportó la muerte del joven que sale en el video, que debido a los múltiples golpes en la cabeza estuvo unos días en coma y ayer se reportó su muerte, cita el diario hondureño en una edición de este martes.

L’articolo di LaPrensa.com.ni con la foto del ragazzo che sarebbe morto a causa dell’atto di bullismo chiamato «rompe craneo»

La fonte è l’articolo dell’undici febbraio 2020 de La Tribuna di Honduras, dove la pratica viene chiamata «quiebra cráneos». Nel pezzo, tuttavia, non si specifica che il fatto sia avvenuto in Honduras e la foto del ragazzo circolava sui social già l’otto di febbraio senza alcun riferimento a nome, luogo e data:

Per quanto riguarda questo caso resta tutto in dubbio e al momento non confermato.

Un presunto morto nelle Filippine

Siti come EpMundo.com e LaPiragua.co citano un presunto caso di morte a Manila, nelle Filippine dove sarebbe morta una giovane di 16 anni:

El reto viral cobró su primera víctima mortal en la ciudad de Manila, en Filipinas. Una adolescente de 16 años murió después de que aceptó el reto y se golpeó fuertemente la cabeza.

Nell’articolo viene citata una dichiarazione del Dr. Anthony Manio, chirurgo presso l’Hospital General Chino y Centro Medico. Cercando questo riferimento nel sito Manila Bulletin troviamo un articolo del 17 febbraio 2020 dove viene citato, ma la ragazza di 16 anni non è più filippina e il fatto sarebbe avvenuto in Brasile. La fonte? Un quotidiano thailandese di nome Khaosod:

According to Thai newspaper, Khaosod, in Brazil, a 16-year-old girl died after her two schoolmates tried the challenge with her. She hit her head on the ground and lost consciousness. She was brought to the hospital, and later on declared dead.

Il caso di morte in Brasile

La citazione della 16enne brasiliana potrebbe trovare riscontro in un sito brasiliano, Metropoles.com, dove vengono riportate le foto dei genitori della vittima della pratica chiamata «desafio da rasteira» o «roleta humana». G1 Globo ne parla in un articolo del 19 febbraio 2020:

A “brincadeira” que vitimou Emanuela é conhecida como “roleta humana” e viralizou em vídeos que circulavam na internet à época. Durante uma espécie de cambalhota, a adolescente caiu e bateu a cabeça no chão. Ela teve traumatismo craniano.

G1.globo.com | Manoel da Costa e Maria Rita, i genitori di Emanuele Medeiros morta a causa del macabro atto di bullismo.

La ragazza di 16 anni, che si chiamava Emanuele Medeiros, era morta l’undici novembre 2019 a seguito di una botta in testa con il pavimento dovuta a un «gioco» che circolava attraverso i social network dove altre due persone cercavano di girarla facendole fare una «capriola». La descrizione del «gioco» nell’articolo di Globo del novembre 2019 somiglia alla «Skullbreaker Challenge» di cui si parla in questi giorni.

G1.globo.com | Emanuele Medeiros, la 16enne morta nel novembre 2019.

Cercando in rete troviamo il «gioco» che avrebbe causato la morte della ragazza nel 2019:

Il caso di Emanuele non è associabile al 100% all’attuale pratica, la descrizione dell’accaduto aveva fatto pensare ciò e la recente intervista ai genitori permetteva di collegare la sua morte con questo stupido «gioco» dove i bulli si divertono a far cadere a terra le persone facendo battere loro la testa.

La reazione ai video

A seguito della diffusione dei video dei bulli ci sono stati quelli di sensibilizzazione con la funzione di «pubblicità progresso» dove i protagonisti dicono «Credevi che l’avrei fatto? Tieni cura di te, amati, rispetta i tuoi compagni».

Aggiornamento 2 marzo 2020

Un portavoce di TikTok scrive a Open:

La sicurezza e il benessere dei nostri utenti sono una priorità assoluta per TikTok. Come è specificato nelle nostre Linee Guida della Community, non consentiamo contenuti che incoraggiano, promuovono o esaltano sfide pericolose che potrebbero causare lesioni e abbiamo rimosso tutti i contenuti che riguardano queste sfide. Prendiamo inoltre ulteriori provvedimenti, laddove vediamo evidenti e seri rischi che potrebbero derivare da determinate ‘sfide’ lanciate dagli utenti. Ad esempio, ora appare una nota informativa sotto l’hashtag #Skullbreakerchallenge, che ricorda agli utenti di non imitare o incoraggiare la partecipazione ad acrobazie e/o comportamenti rischiosi che possano causare gravi lesioni o la morte

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