Usa 2020, le primarie democratiche ripartono dal Nevada. Sanders favorito
Continua la gara elettorale nel Partito democratico degli Stati Uniti per scegliere il candidato che con tutta probabilità dovrà sfidare Donald Trump nelle elezioni presidenziali di novembre (anche i Repubblicani hanno le primarie ma il risultato è scontato). Dopo il caucus in Iowa il 3 febbraio e le primarie in New Hampshire l’11, è il turno del Nevada. Il partito Repubblicano ha cancellato il caucus nello stato.
A partire dalle 12.00 orario locale (attorno alle 21 orario italiano) comincerà la votazione per scegliere i delegati delle contee che a loro volta nomineranno i delegati dello stato del Nevada, per un totale di 36 delegati (circa 1% del totale).
Un metodo differente rispetto alle primarie, dove i delegati sono selezionati direttamente dagli elettori tramite uno scrutinio segreto. Come in Iowa, in Nevada i candidati dovranno superare la soglia del 15% dei voti se vorranno partecipare alla votazione finale.
Alla vigilia del caucus i sondaggi danno avanti Bernie Sanders, seguito da Joe Biden ed Elizabeth Warren a pari merito con Pete Buttigieg che nei primi due appuntamenti elettorali ha sorpreso tutti riuscendo a conquistare il numero più alto di delegati: 22 in tutto, uno in più rispetto a Bernie Sanders.
Si tratta dell’ultimo appuntamento elettorale prima del “super-Tuesday”, la giornata chiave nelle primarie dem del 3 marzo in cui si voterà in ben 14 stati contemporaneamente e verranno selezionati quasi la metà dei delegati democratici – 1.537 su un totale di 3.979 delegati – che a luglio dovranno nominare il candidato del partito alla presidenza.
Ma si tratta anche di una prova importante per due candidati in particolare, Elizabeth Warren e Joe Biden, che in Iowa e in New Hampshire hanno deluso le aspettative e che in Nevada invece cercheranno di imporsi come la vera alternativa a Bernie Sanders.
Durante il dibattito televisivo tra i candidati democratici di mercoledì sera, Warren ha tentato di dare nuovo impeto alla sua campagna criticando duramente i suoi avversari ed in particolare modo Mike Bloomberg, che ha partecipato per la prima volta a un dibattito televisivo con gli altri candidati ma non sarà in gara in Nevada.
L’ex sindaco di New York è visto dai suoi rivali democratici come una minaccia a causa delle enormi somme che ha investito dal suo patrimonio personale (che supera i 5 miliardi di dollari) per la sua campagna elettorale. Durante il dibattito è stato accusato da Buttigieg di voler «comprare il partito».
Ad oggi, “Mini-Mike”, come è stato soprannominato da Donald Trump a causa della sua statura, ha speso oltre $450 milioni per la sua campagna: investimenti che dovrebbero dare i loro frutti il 3 marzo quando Bloomberg finalmente scenderà in campo.
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