Vice ispettore di polizia su Carola Rackete: «Lurida zecca, farà la fine che merita». Poi le scuse: «Mie idee su Ong non cambiano»
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È un vice ispettore della questura di Grosseto l’autore di un post su Facebook con un duro attacco a Carola Rackete per la quale, il 20 febbraio, la Cassazione ha depositato le motivazioni di conferma del «no» all’arresto ribadendo che Rackete «agì correttamente» sulla vicenda Sea Watch.
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«È inutile che vi sforziate di dare dignità a questa lurida zecca di sinistra per avere visibilità: è solo una terrorista che farà la fine che merita e voialtri siete una pletora di mummie, completamente decontestualizzate dalla vita reale, talmente adusi a spaccare il capello in 4 da dimenticare pure di che cosa state parlando», ha scritto.
Il messaggio è stato ripreso e criticato sul social da un ex consigliere comunale e avvocato grossetano. L’agente di polizia, tra le altre cose, aveva anche scritto che la comandante «ha speronato una motovedetta della Guardia di Finanza, cioè pubblici ufficiali, onesti e fedeli alle istituzioni». E gli ospiti «sulla nave, non fuggivano» da niente.
Sull’episodio è intervenuta la questura di Grosseto, che ha dichiarato: «Siamo verificando la sua effettiva riferibilità al dipendente di questa Amministrazione – spigano dalla questura – In caso di esito positivo, verranno presi tutti i provvedimenti del caso».
La poliziotta ha tentato di riparare: «Mi sa che ho esagerato e mi scuso pubblicamente. Ciò non toglie che continuo a pensare delle Ong quello che penso», ha detto in un post di scuse. E ha sottolineato: «Non mi ha obbligata nessuno. Giusto per la cronaca. Mi sono resa conto di avere usato un’espressione impropria che peraltro non mi è stata risparmiata né pubblicamente, da persone che non conosco, né in privato. Sono libera di pensare ciò che voglio sulle ong, che non sono enti istituzionali».
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