Lavoro, in Italia un terzo delle imprese faticano a reclutare personale adeguato. E c’entrano anche i “giovani choosy”- Lo studio
Mentre la disoccupazione in Italia rimane stabile attorno al 9,8%, come rivelano gli ultimi dati Istat, le imprese faticano a reclutare nuovo personale. A dirlo è un recente studio dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre Cgia, secondo cui in circa un terzo dei casi (il 32%) i datori di lavoro in Italia non riescono a riempire le posizioni «a causa dell’impreparazione dei candidati o, addirittura, per la mancanza degli stessi».
I lavori che i giovani non vogliono più fare
Colpa anche dei giovani choosy? Sono diverse le cause annoverate nello studio per spiegare il perché della difficoltà a cui vanno incontro le imprese nel reclutare. Da un lato ci sarebbe la ricerca di personale sempre più qualificato da parte delle aziende, che complica il reclutamento, dall’altra una scollatura tra scuola, università e mondo del lavoro.
Si riscontra per esempio nel numero di occupato sovraistruiti in Italia: poco meno di 6 milioni, ovvero il 24,2% degli occupati totali e il 35 per cento degli occupati diplomati e laureati, nonostante l’Italia possa vantare un numero di diplomati e laureati tra i più bassi di tutti i paesi Ue. Un fenomeno in aumento, alimentato anche dall’alto numero di laureati in materie umanistiche o sociali.
Ma c’è un altro dato che riguarda i lavori che i giovani non vogliono più fare. Dai dati elaborati nello studio, ad esempio, si evince che in tutte le principali province del Sud (Bari, Catania, Caserta, Foggia, Lecce, Messina, Napoli, Palermo e Salerno) le imprese non trovano sul mercato un numero sufficiente di cuochi, camerieri e, in particolare modo, conduttori di mezzi di trasporto.
Come si legge nel rapporto, «Da qualche anno i giovani non vogliono più fare gli autisti di mezzi pesanti, sia perché il costo per ottenere la patente C o D e la “Carta di Qualificazione del Conducente” (CQC) ha una dimensione importante che sociale tra i 2.500 e i 3.000 euro, sia perché è una professione estremamente faticosa».
Non solo Sud: al NordEst percentuali sopra la media
Nella provincia di Gorizia le difficoltà a reperire personale adeguato riguarda 48,1 per cento dei casi, a Trieste il 45,5 a Vincenza il 44,6 e a Pordenone il 44,2. Medie più basse invece – più o meno a parità di assunzioni – in Lombardia così come anche in Lazio e in Campania.
Tra i lavori più richiesti al NordEst troviamo, oltre a cuochi, camerieri, operai metalmeccanici ed elettromeccanici, anche professioni che richiedono un altro grado di specializzazione: tra i più richiesti ci sono, oltre agli esperti in marketing, anche i tecnici informatici e gli ingegneri.
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Foto di copertina: Claudio Hirschberger on Unsplash