Addio a “Lady Nasa”: muore a 101 anni Katherine Johnson, la matematica che portò l’uomo nello spazio
“Lady Nasa“, come potremmo chiamare Katherine Johnson, non era né astronauta né ingegnere, ma grazie ai suoi calcoli ha aiutato a portare l’uomo nello spazio e a farlo volare sempre più in alto, toccando vette celesti che prima erano relegate al regno dei Sogni. Adesso non c’è più, a 101 anni è volata nel cielo, o chissà dove. Ma lascia sull’orbe terraqueo un’eredità galattica. Matematica, fisica ha aiutato a calcolare le traiettorie dei razzi spaziali e delle orbite della terra che furono essenziali per le prime missioni della Nasa, tra cui anche la missione nello spazio di Alan Shepard, il primo americano a tuffarsi nell’esosfera nel 1961. Dalla sua scrivania giocò un ruolo fondamentale anche nella missione di Apollo 11 che portò l’uomo (americano) sulla Luna nel 1969. E lo fece in un periodo in cui le donne che lavoravano per la Nasa erano molte meno di oggi, sopratutto quelle afroamericane. La Nasa ha voluto ricordarla così su Twitter: «la sua eredità ha abbattuto le barriere razziali e sociali». Lo ha ribadito l’amministratore della Nasa Jim Bridenstine: «Johnson ha aiutato la nostra nazione ad allargare le frontiere dello spazio anche mentre faceva passi da gigante, aprendo anche le porte a donne e persone di colore nella ricerca umana universale per esplorare lo spazio».
Ottenne il diploma scolastico a 14 anni e la laurea a 18 anni, dopodiché lavorò per un breve periodo come insegnante per poi passare all’istituto predecessore della Nasa, il comitato consultivo nazionale per l’aeronautica (Naca). Era il 1953 e negli anni della segregazione i lavoratori afroamericani erano costretti a usare strutture diverse rispetto ai colleghi bianchi. La sua vita è stata anche oggetto di un film Il diritto di Contare (2016) che racconta la storia di tre donne afro-americane, Johnson e le sue colleghe Dorothy Vaughn e Mary Jackson, sue colleghe alla Nasa. L’anno precedente era stata premiata con la Medal of Freedom, la più alta onorificenza civile negli Stati Uniti, dal primo presidente afro-americano nella storia degli Stati Uniti, Barack Obama.
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