Calabria, blitz antidoping: nove arresti per traffico di anabolizzanti tra sportivi amatoriali
Tutto era iniziato con la morte sospetta di un uomo, sportivo e in buona salute, trovato improvvisamente esanime, in casa, dalla famiglia. Dopo mesi di indagini, alle prime ore di questa mattina, 24 febbraio, si è conclusa l’operazione antidoping – chiamata “Ercole” – dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria. Il blitz ha riguardato anche le province di Catania e Firenze i carabinieri, con il supporto dei reparti territorialmente competenti e l’ausilio del nas e dei cacciatori di Calabria.
La Procura della Repubblica ha disposto nove misure cautelari, tra cui un forestale. Ci sarebbero, inoltre, altri 20 indagati e migliaia di medicinali proibiti sequestrati. Le misure cautelari riguardano persone ritenute responsabili di commercio di sostanze anabolizzanti, commercio di farmaci stupefacenti, somministrazione di farmaci dopanti per alterare le prestazioni agonistiche, ricettazione, esercizio abusivo di professione e somministrazione di farmaci pericolosi per la salute pubblica.
Nel corso delle operazioni, durante le quali sono state eseguite anche diverse perquisizioni in Toscana, Calabria e Sicilia, con la collaborazione della Guardia di finanza, è stato disposto il sequestro di beni mobili e immobili per un valore di oltre 100.000 euro, riconducibili a due degli indagati. Sarebbero il frutto del commercio illecito.
Com’è nata l’indagine
L’indagine era partita nell’ottobre 2017: un 40enne una mattina venne trovato privo di vita in casa dai famigliari in circostanze anomale e improvvise, ma inizialmente fu ipotizzato un ordinario arresto cardio-respiratorio. Ma il passato clinico dell’uomo, quindi l’assenza di patologie pregresse o altri elementi sintomatici, e le successive informazioni raccolte dai carabinieri, hanno fatto emergere il sospetto che il decesso fosse, in realtà, connesso all’attività sportiva praticata dall’uomo nell’ambito del fitness e del body building.
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