L’altra epidemia: un ragazzo di 24 anni morto sul lavoro nel Lazio, travolto dal crollo di una parete
Mentre aumentano i casi per il Coronavirus, c’è un’atra epidemia silenziosa che fa ben più morti, anche tra i più giovani. Parliamo dei morti sul lavoro: l’ultimo caso riguarda un ragazzo di 24 anni, Sidibe Ousmane, sepolto da una lastra di calcestruzzo nell’azienda di recupero plastica dove lavorava nel Lazio.
Le dinamiche dell’incidente
L’incidente sarebbe avvenuto in mattina il 24 febbraio. Ousmane era a lavoro quando improvvisamente si sarebbe staccato un pezzo di parete in calcestruzzo, cadendogli addosso.
L’ambulanza del 118 è arrivata in pochi minuti ma il personale medico non ha fatto in tempo a portare Ousmane tramite eliambulanza in ospedale. I carabinieri insieme agli ispettori dell’Asl stanno accertando le eventuali responsabilità dell’azienda.
Una storia d’integrazione riuscita
Ousmane aveva compiuto gli anni appena due settimane fa e viveva da quattro anni ad Anagni, in provincia di Frosinone, dove era arrivato come profugo nel 2016. Dopo alcune difficoltà iniziali – insieme ad alcuni suoi connazionali aveva trovato rifugio all’interno della ex chiesa della Madonna del Popolo appena arrivato in città – era riuscito ad ottenere i documenti di cui aveva bisogno per risultare “regolare”.
Erano seguiti un lavoro e un appartamento. Da qualche mese aveva iniziato a lavorare come operaio per l’impresa Tecno Polimeri, che si occupa di recupero e di trasformazione di gomma e plastica. L’azienda lo aveva assunto a tempo indeterminato. Muore lasciando una moglie e due figli in Costa d’Avorio.
EMERGENZA QUOTIDIANA
— CGIL Nazionale (@cgilnazionale) February 25, 2020
Lui è Sidibe Ousmane.
24 anni compiuti solo due settimane fa. È l’ultima vittima del lavoro. È morto in un incidente in un’azienda del frusinate. Una moglie e due figli in Costa d’Avorio. E tante speranze sepolte sotto una lastra di calcestruzzo. pic.twitter.com/5Bas6mtFfW
Morti sul lavoro in Italia: alcuni dati
Gli ultimi dati Inail confermano che le morti sul lavoro tra i lavoratori extra comunitari sono in crescita: nel 2019 si registrano 144 casi rispetto ai 130 casi del 2018. Lo stesso vale per i lavoratori comunitari (non italiani), tra cui si registrano dieci casi in più: da 51 a 61.
Questo in un contesto in cui gli infortuni sul lavoro per tutti i lavoratori sono in leggere crescita (+0,1%) e le morti sul lavoro sono pressoché stabili: nel 2019 le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state 1.089, 44 in meno rispetto al 2018.
Ma, come scrive l’Inail, «la flessione è da ritenere poco rassicurante e il raffronto tra i due anni poco significativo perché il 2018 si è contraddistinto, rispetto al 2019, soprattutto per il maggior numero di ‘incidenti plurimi’ ossia quali eventi che causano la morte di almeno due lavoratori».
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Foto di copertina: Guilherme Cunha on Unsplash