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La nave ONG speronata dalla Marina Militare australiana? No! Foto decontestualizzata e storia priva di fonti

26 Febbraio 2020 - 13:30 David Puente
Una foto del 2012 viene utilizzata dal 2019 per raccontare come l'Australia tratta le navi ONG, ma senza riscontri

Il 17 febbraio 2020 nella pagina Facebook di Michele Di Giusto viene pubblicato un post con la storia di una nave ONG che sarebbe stata speronata, sequestrata e distrutta dalla Marina Militare australiana per non aver obbedito gli ordini e per aver violato le leggi sull’immigrazione.

Senza troppi patemi d’animo, dopo la richiesta caduta nel vuoto di fermarsi per essere abbordata dalla Marina Militare Australiana; dopo aver intimato l’ALT “spegnete i motori” e non essere stati ascoltati; i due pattugliatori, pur avendone il diritto di far fuoco sul natante della ONG, hanno preferito speronarla e non consentirle più la navigazione. Rientrati nel porto più vicino, i clandestini imbarcati in una seconda nave e rispediti al mittente. La nave ONG è stata sequestrata per la demolizione e l’equipaggio arrestato per favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Il comandante, oltre ai vari reati contestati a tutti, ha ottenuto l’aggravante della recidiva e gli è stato revocato il diritto di navigazione nelle acque australi. L’ armatore della ONG è stato condannato a risarcire le spese di riparazione dei due mezzi militari. Pragmatismo, serietà, tolleranza zero. Da noi, in Italia, Rachele viene invitata all’università per tenere lezioni ed ospite retribuita nei talk show radical chic.

Il post Facebook di Michele Di Giusto

L’immagine è nota e non riguarda affatto l’Australia o una nave ONG. La vicenda viene raccontata in un articolo de Il Post del 17 agosto 2012 e riguarda lo scontro tra due navi giapponesi e una cinese.

La foto lontana dall’Australia

La foto è stata ampiamente usata per raccontare lo scontro tra Cina e Giappone per le isole Diaoyu-Senkaku, nel Mar Cinese Orientale. La nave nel mezzo, la cinese Minjinyu 5179 speronata dalle altre due imbarcazioni militari giapponesi, era una nave di attivisti con bandiere cinesi provenienti da Hong Kong che avevano come scopo contestare il possesso delle isole da parte di Tokio. Il fatto era avvenuto nel 2010.

Nessuna nave ONG con immigrati al suo interno, dell’Australia neanche l’ombra. L’immagine venne usata per gli stessi propositi legati all’immigrazione nel 2019, come possiamo vedere da questo post Facebook:

ECCO COME SI DOVREBBERO FERMARE LE CAROLE!!!!!!! Questo vuole essere un esempio

Controllando bene, entrambe le navi giapponesi riportano ai fianchi il logo della Japan Coast Guard e quella a sinistra riporta il codice PS 11: si tratta della JCG Muzuki.

La nave della Guardia Costiera giapponese a sinistra è la JCG Muzuki PS 11.

Le fonti australiane mancanti

Il post Facebook della pagina di Michele Di Giusto manca delle fonti e non vengono forniti elementi importanti come data dell’accaduto, la zona in cui sarebbe successo lo scontro, il luogo del sequestro, i nomi dei protagonisti. Nulla, dunque, che renda possibile la ricostruzione della vicenda a tal fine da verificarne la veridicità. Non si trovano, nel frattempo, riscontri in merito alla dinamica degli avvenimenti raccontata nello stesso.

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