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“Fuori dal Coro” e il servizio sullo spaccio a Pilastro: riprese fatte in centro a Bologna. I dati del Viminale

27 Febbraio 2020 - 08:10 David Puente
Verificando con Google Street View, e ricercando immagini corrispondenti, le scene riportate in TV non riguardano Pilastro

Il 29 gennaio 2020 Matteo Salvini condivide sulla sua pagina Facebook uno spezzone della puntata di Fuori dal Coro, in onda su Rete 4 e condotto dal giornalista Mario Giordano, in cui verrebbero mostrate delle riprese fatte presso il quartiere Pilastro di Bologna, quello della citofonata alla famiglia italo-tunisina, per dimostrare i problemi di spaccio contestati durante le elezioni regionali in Emilia Romagna.

Il post di Matteo Salvini: «Onore a Mario Giordano per aver svelato i veri problemi del quartiere Pilastro di Bologna»

Il servizio parte con le dichiarazioni Anna Rita Biagini, la signora che aveva accompagnato l’ex ministro dell’Interno e definita «mamma anti spaccio», dove parla del quartiere di Pilastro di Bologna e dello spaccio nella piazza dove la stavano intervistando. A prova di quanto raccontato dalla signora il servizio continua con delle riprese accompagnate dal seguente commento: «Noi abbiamo fatto un giro e in effetti lo spaccio è all’ordine del giorno».

La scalinata e lo spaccio vicino al lampione

«Qui vedete uno scambio di droga in piena regola» affermano nel servizio, ma la scena non riguarda affatto il quartiere Pilastro di Bologna.

Il momento dove viene mostrato uno scambio di droga, ma non si tratta di Pilastro.

La scalinata presente nel video non si trova a Pilastro, si tratta della Scala della Montagnola (circa 14 minuti d’auto dal quartiere) come possiamo osservare con una fotografia pubblicata su Tripadvisor. Ecco il confronto dove sono evidenziati i punti in comune:

Gli elementi in comune evidenziati: in verde i lampioni, in giallo l’inizio della scalinata e in viola un ulteriore dettaglio della scalinata bolognese.

Il portico dello spaccio

«Trovarla [la droga, n.d.r.] è veramente semplice» prosegue il servizio mostrando delle riprese in un portico che però non risulta far parte dell’architettura del quartiere Pilastro di Bologna. Si tratta, infatti, di via Giuseppe Petroni all’altezza del numero civico 6. Ecco il confronto con le parti in comune evidenziate:

Gli elementi in comune evidenziati: in verde la “colonnina” con la serratura e in viola la “colonnina” decorativa di un portone.

Ci troviamo ancora una volta a circa 15 minuti d’auto da Pilastro.

La distanza in auto da Pilastro alla zona in cui è stata ripresa la scena dello spaccio. Fonte: Google Maps.

I dati del Viminale

Durante la puntata del 26 febbraio 2020 della trasmissione Fake – La Fabbrica delle Notizie, in onda su canale NOVE, sono stati mostrati i dati relativi ai reati contestati nel 2019 a Bologna confrontati con quelli relativi al quartiere Pilastro, dati ottenuti dalla redazione direttamente dal Viminale. Su 19.519 reati in tutta la città abbiamo 210 contestati nel quartiere, mentre su un totale di 525 cittadini legati agli stupefacenti sono 9 quelli relativi a Pilastro.

La statistica dei reati contestati a Bologna e nel quartiere Pilastro nel 2019, screenshot dalla puntata del 26 febbraio 2020 di Fake La Fabbrica delle Notizie. Fonte: Polizia di Stato.

«Onore a Mario Giordano per aver svelato i veri problemi del quartiere Pilastro di Bologna», scrive nel suo post Facebook Matteo Salvini, ma le immagini mostrate nel servizio vengono erroneamente associate al quartiere di Pilastro e i dati del Viminale, di cui era ministro, mostrano un quadro più chiaro della realtà. Per questo motivo, i residenti, si sono lamentati del trattamento subito dai media durante e dopo la campagna elettorale.

La falsa aggressione a una 15enne

L’attenzione rivolta verso il quartiere di Pilastro durante le elezioni era iniziata a seguito di un fatto di cronaca che riguardava una ragazzina di 15 anni che sarebbe stata aggredita e derubata da uno straniero in quella zona di Bologna. La candidata alla presidenza per la Lega, Lucia Borgonzoni, aveva condiviso un articolo de Il Resto del Carlino per parlare della vicenda:

A seguito delle indagini delle forze dell’ordine, si è scoperto che si era trattata di una messinscena architettata dalla ragazza 15enne e un suo amico di origine russa. I due sono stati denunciati per procurato allarme e simulazione di reato:

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